Terra Santa: Pizzaballa (Patriarca Gerusalemme), “Dio salva attraverso la piccolezza e non con la forza”

“Il tempo in cui Gesù inizia ad operare la sua salvezza è anch’esso un tempo di oppressione, come già più volte è accaduto nei secoli: niente di nuovo. La storia dell’uomo sembra non essere capace di generare altro che questo, prevaricazione e violenza, di generazione in generazione”. È quanto afferma il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, nella sua meditazione settimanale del Vangelo della domenica (questa settimana 22 gennaio), diffusa dal Patriarcato latino. Partendo dall’oracolo di Madian, “scritto per un momento estremamente duro e drammatico della storia biblica” e narrato da Isaia, Pizzaballa spiega che “ciò che salva dall’oppressione e dalla violenza è la possibilità dell’uomo di convertirsi, di cambiare mentalità. Convertirsi dall’idea che Dio salva attraverso la forza. Non è così. Dio salva attraverso la piccolezza, facendosi vicino, facendosi prossimo, assumendo il limite, mettendosi in un atteggiamento di obbedienza e di mitezza. Non con la forza, non rispondendo con la violenza alla violenza, ma scegliendo altre strade. La salvezza si compie attraverso la sequela, ovvero attraverso quell’esperienza in cui uno smette di essere il centro e il baricentro della propria vita, e lascia che sia un Altro a guidare la propria esistenza” come i per i pescatori chiamati sul lago di Tiberiade. “È una questione di amore e di fiducia”. Per il patriarca latino “l’invito alla sequela da parte di Gesù è seguito da una promessa. Non la promessa di una ricompensa, non la promessa di una vita senza problemi. ‘Vi farò pescatori di uomini’. La promessa sottesa ad ogni chiamata è che la vita del chiamato si compia nella missione. Una vita che non si esaurisce dentro gli orizzonti angusti della propria storia, ma assume dimensioni universali, si sposa con la storia degli uomini del proprio tempo. Questa è la promessa a cui Dio rimane fedele”.

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