“So che per alcuni di voi la causa dell’invalidità è legata proprio a una missione di pace, o all’adempimento di un servizio all’ordine pubblico e alla legalità. E questo arricchisce, per così dire, il patrimonio morale della vostra associazione. Ma l’impegno di essere costruttori di pace vale per tutti, indipendentemente dalla storia di ognuno”. Lo ha affermato questa mattina Papa Francesco ricevendo in udienza i membri dell’Unione nazionale mutilati per servizio.
Ricordando il “vostro impegno per la pace”, il Santo Padre ha domandato: “Di fronte a una guerra che sembra un mostro invincibile, che cosa possiamo fare, oltre alla preghiera?”. “Possiamo cercare, nella vita di tutti i giorni, di affrontare i conflitti evitando ogni violenza e sopraffazione, anche verbale. E non è facile!”, ha osservato Francesco: “Perché a volte basta una parola per ferire o uccidere un fratello o una sorella. Pensiamo alla calunnia; pensiamo al chiacchiericcio, che è così usuale, è pane di ogni giorno, e fa tanto male, distrugge”. “Allora – l’esortazione del Papa – l’associazione può e deve diventare una forza di pace nella società, aiutando a risolvere i conflitti in modo pacifico, ricercando il bene comune e richiamando l’attenzione su chi è meno tutelato”. Incoraggiando i presenti “ad andare avanti nel vostro cammino associativo”, il Santo Padre ha augurato che “il Signore vi doni la forza di aiutare tante persone a mettere un segno ‘più’ davanti alla loro condizione difficile”.