Papa Francesco: a Pontificio Collegio Urbano “de Propaganda Fide”, “il mondo ha bisogno di dialogo, di pace” e “di uomini e donne che ne siano testimoni”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Capacità di uscire da sé stessi” e “apertura al dialogo”. Sono le altre caratteristiche più importanti da curare e rafforzare nel tempo della formazione iniziale che Papa Francesco ha indicato questa mattina alla comunità del Pontificio Collegio “de Propaganda Fide” ricevuta in udienza in occasione del IV centenario della sua fondazione.
Rispetto alla “capacità di uscire da sé stessi”, il Santo Padre ha ricordato che “la vita di fede è un continuo ‘esodo’, un’uscita dai nostri schemi mentali, dal recinto delle nostre paure, dalle piccole certezze che ci rassicurano”. “Altrimenti –ha continuato – rischiamo di adorare un Dio che è solo una proiezione dei nostri bisogni, e quindi un ‘idolo’, e di non vivere incontri autentici nemmeno con gli altri”. Per Francesco, “invece ci fa bene accettare il rischio di uscire da noi stessi, come hanno fatto Abramo, Mosè e i pescatori di Galilea chiamati a seguire il Maestro (cfr Mc 1,16-20). E voi avete l’opportunità di farlo in questo momento nella vita di comunità, specialmente in una comunità formativa ricca e variegata come la vostra, con tante culture, lingue e sensibilità”. “È un dono grande, questo, da cui potete essere arricchiti nella misura in cui ciascuno riesce a uscire dal proprio recinto per aprirsi agli altri, al loro mondo e alla loro cultura”, ha proseguito: “Per questo vi incoraggio a vivere senza paura la sfida della fraternità, anche quando richiede fatiche e rinunce”. “Il nostro mondo e anche la Chiesa hanno bisogno di testimoni di fraternità” e “di gioia”, ha aggiunto il Papa che poi, ha voluto richiamare “un’ultima caratteristica del discepolo-missionario: l’apertura al dialogo”. “Prima di tutto – ha spiegato – al dialogo con Dio, nella preghiera, che è pure un esodo dal nostro io per accogliere Lui, mentre parla in noi e ascolta la nostra voce. E poi al dialogo fraterno, in una radicale apertura all’altro”. “Il mondo ha bisogno di dialogo, ha bisogno di pace”, ha ammonito: “E ha bisogno di uomini e donne che ne siano testimoni”. Da qui l’esortazione a “mettervi alla scuola di quei ‘martiri del dialogo’ che, anche in alcuni dei vostri Paesi, hanno percorso con coraggio questa strada per essere costruttori di pace. Non abbiate paura di percorrerla anche voi fino in fondo, andando controcorrente e condividendo Gesù, comunicando la fede che Lui vi ha donato (cfr Esort. ap. Christus vivit, 176)”.

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