“Sempre la guerra è una sconfitta, sempre”. Lo ha ribadito il Papa, nel discorso rivolto ad una delegazione ecumenica della Finlandia, in occasione della festa di Sant’Enrico. “Siamo figli riconciliati e siamo pertanto chiamati a riconciliarci sempre di più tra noi, e ad essere operatori di riconciliazione nel mondo”, l’appello di Francesco in occasione della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Il battesimo, ha proseguito il Papa, “ci richiama, in quanto giustificati per grazia, ad attuare con gratuità opere di giustizia, a praticare gesti concreti di vicinanza a quanti sono vittime di ingiustizie, scarto, di varie forme di oppressione e soprattutto di guerre”: “Come testimoni della fede in Cristo, che si è immerso nella fragilità della nostra condizione umana, siamo cioè tenuti a immergerci nelle ferite dei bisognosi. E a farlo insieme. Nella comunità di tutti i battezzati, sappiamo di essere infatti uniti tra di noi, qui ed ora, con ogni sorella e fratello in Cristo, ma anche alle nostre madri e ai nostri padri nella fede che sono vissuti prima di noi. Dalla comunione perfetta del Cielo ci guardano e ci invitano a camminare insieme su questa terra. Sant’Enrico, testimone della fede, messaggero di speranza e strumento di carità, è uno di loro. Con lui celebriamo la comunione ecumenica di tutti i santi, conosciuti e sconosciuti, rinati a nuova vita a partire dalle acque del battesimo”.