Agenti di polizia e simpatizzanti sandinisti sono tra i principali testimoni proposti dalla Procura nicaraguense nel processo contro mons. Rolando Álvarez, vescovo di Matagalpa e amministratore apostolico di Estelí, agli arresti domiciliari dallo scorso agosto e rinviato a giudizio la scorsa settimana. Lo rivela, nel suo profilo Twitter, l’avvocato in esilio Yader Morazán, esperto di diritti umani e sempre molto aggiornato sulla vicenda processuale del vescovo. In tutto, saranno sedici i testimoni che il regime di Daniel Ortega “userà” contro il vescovo in quello che si annuncia essere un “processo farsa”, con “un giudizio già scritto”. Non è ancora stata comunicata la data nella quale si svolgerà il dibattimento.
Il “precedente”, nel caso di mons. Álvarez, è quello del processo che si è tenuto lunedì scorso a Managua, quando il giudice Nancy Aguirre Gudiel ha riconosciuto il sacerdote Óscar Danilo Benavides Dávila, parroco di Mulukukú, colpevole dei presunti reati di “cospirazione per minare l’integrità nazionale e propagazione di notizie false attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione”, condannandolo così a 8 anni di reclusione. Si tratta delle stesse accuse rivolte al vescovo. Padre Benavides è il primo sacerdote a essere condannato dal sistema giudiziario nicaraguense.