“Gesù non fa un grande prodigio, non lancia un messaggio ad effetto, ma si mischia con la gente che andava a farsi battezzare da Giovanni”. È questo “il primo gesto pubblico” che compie Gesù, “dopo gli anni della vita nascosta a Nazaret”. Lo ha ricordato il Papa, nella catechesi pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata allo zelo apostolico. “Gesù è in contatto col Padre nelle preghiera e con tutta la gente per la missione, per la catechesi, per insegnare la strada al Regno di Dio”, ha spiegato Francesco a braccio: “Se vogliamo rappresentare con un’immagine il suo stile di vita, non abbiamo difficoltà a trovarla: Gesù stesso ce la offre, parlando di sé come del buon Pastore, colui che – dice – dà la propria vita per le pecore. Questo è Gesù”. In questo modo, per il Papa, Gesù “ci offre la chiave del suo agire nel mondo: spendersi per i peccatori, facendosi solidale con noi senza distanze, nella condivisione totale della vita. Infatti, parlando della sua missione, dirà di non essere venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita”. “Ogni giorno, dopo la preghiera, Gesù dedica tutta la sua giornata all’annuncio del Regno di Dio e alle persone, soprattutto ai più poveri e deboli, ai peccatori e agli ammalati”, ha ricordato Francesco: “Fare il pastore non era solo un lavoro, che richiedeva del tempo e molto impegno; era un vero e proprio modo di vivere: ventiquattro ore al giorno, vivendo con il gregge, accompagnandolo al pascolo, dormendo tra le pecore, prendendosi cura di quelle più deboli”.