“I recenti avvenimenti che hanno scosso la nostra città, e che hanno avuto al centro il parere negativo dell’Avvocatura regionale siciliana riguardo alla compatibilità del commissario straordinario del Comune di Catania, inducono la nostra Chiesa a dire una parola per auspicare che tutte le parti Istituzionali coinvolte possano trovare una via per arrivare a una soluzione condivisa del problema”. Lo scrivono l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, e don Piero Sapienza, direttore dell’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, evidenziando: “Il clima di incertezza istituzionale, che si è creato alla diffusione della notizia, complica ulteriormente le molteplici criticità che rendono problematica la qualità della vita della nostra città. Senza entrare in merito ad una questione nella quale il presidente della Regione si deve pronunciare, vogliamo ribadire che la ricerca del vero bene comune deve stare a cuore a tutti coloro che hanno responsabilità politiche e istituzionali. Essa deve costituire anche un impegno preciso per tutta la società civile, chiamata a partecipare attivamente al rilancio della città”.
Di qui l’appello: “La scelta del presidente assicuri stabilità, trasparenza, equidistanza dalle posizioni delle varie parti politiche, autorevolezza ed efficienza a cominciare dai progetti che sono stati già avviati”.
Nei prossimi mesi, aggiungono mons. Renna e don Sapienza, “ci attendono sfide importanti, quali le prossime elezioni amministrative, e i progetti per il Pnrr. Bisogna cooperare ‘insieme’ per alimentare la speranza e per creare le condizioni per un futuro sereno per tutti, in particolare per i molti giovani che fuggono da Catania, per le tante famiglie che non sanno come andare avanti, a causa della crisi, determinata prima dalla pandemia e poi dalle conseguenze globali della guerra scatenata nella martoriata Ucraina”. E concludono: “È urgente che si mettano in campo scelte politiche lungimiranti e di alto profilo, nella competenza e nella moralità, perché la nebbia che avvolge Catania si possa diradare e la città possa rialzarsi e stare in piedi”.