Momenti di preghiera, celebrazioni ecumeniche, convegni e una festa conclusiva animeranno la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che si svolgerà, anche a Milano, come da tradizione, dal 18 al 25 gennaio. Il programma della settimana, specifica una nota della curia, preparato dal Consiglio delle Chiese cristiane di Milano e dall’Ufficio ecumenismo e dialogo della diocesi, comprende 24 incontri, distribuiti in tutte le sette zone pastorali. L’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, mercoledì 18 alle 18.30, darà avvio alla settimana, quest’anno ispirata al versetto biblico “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia” (Isaia 1,17), con una celebrazione ecumenica nella chiesa valdese di Milano (via Francesco Sforza 12). “Il tema di quest’anno – spiega Roberto Pagani, responsabile del Servizio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo – è un richiamo a fare il bene e a cercare la giustizia anche in questi giorni difficili, con una guerra che sta inasprendo e, per certi versi, frantumando il rapporto tra le varie comunità cristiane”.
Sempre nel capoluogo ambrosiano, dopo l’evento iniziale, si terranno altri cinque incontri. Mercoledì 25, alle 20.30, si svolgerà una festa conclusiva con liturgia e canti per invocare insieme la pace nella chiesa di San Marco a Milano (piazza San Marco 2). Oltre alla presenza tradizionale dei cori ucraino, russo, romeno e degli universitari di Comunione e liberazione, saranno coinvolti anche altri ensemble, tra cui quello eritreo e quello di alcuni cristiani sudcoreani. Celebrazioni ed incontri di preghiera si svolgeranno anche fuori Milano, nelle altre zone pastorali della diocesi, con la possibilità di seguire alcuni momenti da remoto.
“Per effetto delle migrazioni il numero delle confessioni cristiane non cattoliche presenti nella diocesi di Milano è andato aumentando negli ultimi anni. Attualmente sono 56 le parrocchie delle varie giurisdizioni ortodosse e bizantine e 21 le sale di preghiera anglicane e protestanti frequentate da fedeli di molte nazionalità”. Circa la metà “di tutte queste comunità vive le proprie celebrazioni in chiese concesse in uso dalla diocesi di Milano, in segno tangibile di ospitalità ecumenica”.