“Gratitudine nei confronti delle forze dell’ordine e di tutto l’apparato dello Stato che, sebbene lentamente, assicura la giustizia”, ma anche “l’inquietudine per i trent’anni di latitanza durante i quali quest’uomo ha probabilmente avuto delle coperture, delle garanzie e non sia stato assicurato alla giustizia italiana”. Con una dichiarazione video raccolta dall’Ufficio stampa della Cesi, mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza episcopale siciliana, commenta l’arresto del latitante Matteo Messina Denaro.
L’arresto è per mons. Raspanti “un segno di incoraggiamento” nella lotta contro la criminalità.
“Anche le comunità cristiane, tanti cristiani – dice – hanno combattuto e vogliono combattere le forze avverse del male”. Cita padre Pino Puglisi e il beato Rosario Livatino. Assicura alla giustizia, allo Stato, alle forze che lottano contro la mafia la “collaborazione piena di tutte le comunità cristiane dell’Isola per il progresso della pace e della giustizia nella nostra terra”, ma anche rilancia un messaggio importante, firmato qualche anno fa da tutti i vescovi di Sicilia e raccolto nella lettera “Convertitevi!”, pubblicata a 25 anni dal grido di Papa Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi : “Tutti noi vogliamo impegnarci a vivere una vita coerente di giustizia, nella quale evitiamo il più possibile compromesso. Siamo esigenti con noi stessi – esorta il presule -, siamo fedeli alla legge di Dio e degli uomini”.