“La più grande tragedia è accaduta nella città di Dnipro: il missile russo X-22, chiamato “killer delle portaerei”, ha colpito un grande condominio. Quel razzo, dagli stessi costruttori destinato alle battaglie navali, è stato usato contro i civili”. Nel suo video messaggio quotidiano, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo dei greco-cattolici ucraini, parla dell’attacco missilistico sulla città di Dnipro che sabato scorso ha causato la morte di almeno 35 persone ma il bilancio è purtroppo ancora provvisorio. “Le operazioni di soccorso a Dnipro sono durate per tutta la notte”, fa sapere l’arcivescovo maggiore di Kiev. “Ci sono ancora persone sotto le macerie”, dice, “anche se con il procedere dei soccorsi il numero dei morti sale. Circa 100 persone sono rimaste ferite. Dnipro ha annunciato tre giorni di lutto e tutti piangiamo i morti e preghiamo per questa eroica città”. “Oggi in Ucraina, più che mai, sentiamo di pagare per la libertà un prezzo molto alto”, dice Shevchuk che commentando il brano del Vangelo di ieri dedicato alla figura di San Giovanni Battista che l’evangelista Marco chiama “voce di uno che grida nel deserto”, osserva: “Oggi l’occupante russo sta uccidendo gli ucraini perché hanno detto “no” alla schiavitù russa, imperiale, comunista. E oggi, sul Dnipro, il nostro Giordano ucraino, dai confini con la Bielorussia attraverso Kyiv e fino al Mar Nero si sente una voce, la voce di chi grida nel deserto – deserto della guerra, deserto portato con la devastazione e la cattiveria dell’invasore –, la voce che invoca la libertà, la voce che annuncia le buone notizie, la voce che ci prepara all’incontro con Cristo che sta per venire al Giordano”. Il messaggio si conclude con una preghiera ed un’invocazione: “Tu sei Dio della libertà. Aiutaci a resistere in questa battaglia leale della testimonianza cristiana, in questo moderno deserto dell’umanità. Dio, benedici l’Ucraina con la Tua giusta pace celeste!”.