Su invito della Conferenza episcopale messicana si è pregato ieri in tutto il Paese, durante le celebrazioni eucaristiche della Giornata mensile di preghiera per chiedere a Dio di proteggere i giornalisti e di coloro che difendono i diritti umani.
Un’iniziativa che deriva dalla consapevolezza della gravità del fenomeno delle uccisioni di giornalisti e delle continue minacce e intimidazioni. Il Messico, infatti è considerato il Paese più pericoloso per i giornalisti: secondo i dati di “Giornalisti senza frontiere”, per il quarto anno consecutivo il Messico è al primo posto della triste classifica delle uccisioni di operatori dell’informazione. Nel 2022 sono stati assassinati undici giornalisti, circa il 20% del totale mondiale, tre in più, per esempio, rispetto all’Ucraina. Ottanta sono i giornalisti uccisi nell’ultimo decennio. Questo numero è ancora più allarmante quando si parla di coloro che sono incaricati di denunciare le violazioni dei diritti umani: tra il 2018 e il 2022 ci sono stati almeno 97 omicidi perpetrati contro attivisti.
Unendosi all’iniziativa, l’arcidiocesi di Città del Messico ha chiesto alle autorità di “considerare prioritario il lavoro svolto da questi uomini e donne, che danno la vita alzando la voce per chi non può farlo, e di rafforzare i meccanismi e i protocolli che li proteggono”.