Cinema: addio Gina Lollobrigida, indimenticata Bersagliera. Giraldi (Cnvf), “la sua è stata una carriera articolata che ha saputo percorrere in maniera acuta e sempre con eleganza”

(Foto: ANSA/SIR)

Per sempre Bersagliera. Addio all’icona del cinema italiano Gina Lollobrigida, che si è spenta a Roma oggi, 16 gennaio, all’età di 95 anni. Originaria di Subiaco, nata il 4 luglio del 1927, Lollobrigida è stata una delle prime stelle del cinema italiano del Dopoguerra, che riuscì a splendere sfavillante fino a Hollywood come le colleghe Anna Magnani, Sophia Loren, Silvana Mangano e Lucia Bosè. Cresciuta in una famiglia bene, la cui fortuna è andata però in frantumi durante la guerra, Gina (Luigia) Lollobrigida da giovanissima ha una spiccata propensione artistica, frequentando l’Istituto di belle arti di Roma. Data la luminosa bellezza per sbarcare il lunario conquista pagine di fotoromanzi e primi ingaggi cinematografici. Partecipa inoltre al concorso di Miss Italia arrivando terza, nello stesso anno di Lucia Bosè, incoronata la più bella del Paese (1947). I successi arrivano sul tracciato del neorealismo, o meglio sul cosiddetto neorealismo rosa, venato da sentimento e striature da commedia. È con “Pane, amore e fantasia” (1953) e “Pane, amore e gelosia” (1954) di Luigi Comencini, con Vittorio De Sica, che la sua carriera cambia passo, volando Oltreoceano. A Hollywood – come pure nella Hollywood sul Tevere, a Cinecittà, negli anni ’50 e ’60 – Lollobrigida recita accanto agli attori più noti del firmamento a stelle e strisce: Rock Hudson, Sean Connery, Tony Curtis, Humphrey Bogart, Frank Sinatra, Burt Lancaster, David Niven e Yul Brinner. Tanti i titoli per cui viene ricordata, oltre al ciclo “Pane, amore…” di Comencini: “Altri tempi” (1952) di Alessandro Blasetti, “La provinciale” (1953) di Mario Soldati, “La romana” (1954) di Luigi Zampa, “Trapezio” (1956) di Carol Reed, “Torna a settembre” (1961, Golden Globe) di Robert Mulligan, “Venere imperiale” (1962) di Jean Delannoy, “La donna di paglia” (1964) di Basil Dearden e “Un bellissimo novembre” (1969) di Mauro Bolognini. Sempre grazie a Comencini Lollobrigida è una delle prime dive del cinema italiano a lavorare in tv per uno sceneggiato Rai, l’adattamento del celebre romanzo di Carlo Collodi: “Le avventure di Pinocchio” (1972, 6 puntate) con Nino Manfredi. L’attrice è la dolcissima Fata Turchina. Tanti i riconoscimenti in carriera: oltre al Golden Globe, ha ricevuto ben 7 David di Donatello (alcuni alla carriera), 3 Nastri d’Argento, la stella Hollywood Walk of Fame come pure i titoli di Grande ufficiale da parte della Repubblica italiana (1987) e la Legion d’onore in Francia (1992). Lollobrigida è stata inoltre un’apprezzata fotografa, fotoreporter, pittrice e scultrice.
La sua scomparsa è stata ricordata così da Massimo Giraldi, presidente della Commissione film Cei: “Il fatto che Gina Lollobrigida sia accostata soprattutto al personaggio solare della Bersagliera nel film di Luigi Comencini non ci deve però far dimenticare la sua rigogliosa e articolata carriera, fatta di ruoli brillanti e drammatici, con un grande slancio verso il cinema internazionale che ha saputo percorrere in maniera acuta e sempre con eleganza, tenendosi lontana da facili stereotipi. La Bersagliera rimarrà di certo nella memoria comune, perché ha rappresentato in anticipo sui tempi l’immagine di una donna forte e libera in un’Italia sulla via del riscatto, del boom, ancora piegata dalle macerie della guerra. Quel personaggio e Lollobrigida stessa sono diventati la bandiera di un cambiamento possibile, di un domani da protagonista”.

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