“Cari fratelli e sorelle in Cristo, oggi è venerdì 13 gennaio 2023 e in Ucraina è già il 324esimo giorno di aggressione militare su vasta scala, della grande guerra che la Russia ha portato nella nostra terra sofferente”. Comincia con queste parole il videomessaggio di sua beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, diffuso oggi dal Segretariato dell’arcivescovo maggiore (Roma). “Anche la giornata di ieri e la notte scorsa sono state infernali per l’Ucraina. Sul fronte orientale sta bruciando il cosiddetto arco del Donbas. Tutte le città, a partire dalla città di Kreminna, nella regione di Luhansk, e poi Soledar, Bakhmut e Avdiivka sono inghiottite dal continuo fuoco. Il loro territorio è il più grande epicentro di questo conflitto militare”, afferma il vescovo.
“Il nemico, senza fermarsi, bombarda le nostre città e i nostri villaggi con ogni tipo di arma. Ieri sono stati effettuati almeno tre attacchi missilistici sulle nostre città di Zaporizhzhia, Kramatorsk e Konstantynivka. Infatti, secondo i nuovi dati che abbiamo ricevuto ieri, il 97% di tutti gli attacchi missilistici della Russia contro l’Ucraina erano diretti contro i cittadini e le infrastrutture civili”. Attualmente “un terzo del territorio ucraino è minato. Si può dire che in Ucraina la Russia abbia creato il più grande campo minato del mondo. Ogni giorno vengono registrate dozzine di crimini di guerra commessi dagli occupanti russi sulla nostra terra. Ad oggi, le organizzazioni internazionali hanno ufficialmente registrato più di 63.000 crimini di guerra ufficialmente documentati, in conformità a tutte le regole internazionali. Ma sappiamo che ci sono ancora centinaia o, addirittura, migliaia di casi simili, e non tutti sono stati studiati e documentati”.
“Ringraziamo Dio per ogni prigioniero di guerra e ostaggio rilasciati. Dall’inizio della guerra l’Ucraina è riuscita a liberare 1.646 prigionieri di guerra. Parlano tutti di atrocità, torture, fame, arrivano come dei veri scheletri viventi e richiedono attenzione, cure e sostegno particolari. Tra quelli rilasciati c’erano 132 civili e più di 1.500 militari. Ma ce ne sono ancora molti altri che la Russia detiene in prigione e nei campi di concentramento, sottoposti a violenti torture, negando ogni accesso alle istituzioni internazionali per una semplice visita. Il 50% dell’intera infrastruttura energetica dell’Ucraina è attualmente danneggiata, e questo accade al picco della stagione fredda. Ma oggi possiamo dire: l’Ucraina resiste! L’Ucraina combatte! L’Ucraina prega! E ringraziamo il Signore Dio e le forze armate dell’Ucraina per essere vivi questa mattina, per poter vedere la luce persino quando è spenta. Possiamo pregare, fare del bene e quindi dire la verità al mondo intero su ciò che sta accadendo in Ucraina”.