“No alle guerre. Rompiamo le armi. Tutti insieme”. È l’appello contenuto nella Carta di S’Aspru, in Sardegna, che vedrà la luce domenica 15 gennaio (ore 10) grazie all’impegno di quattro gruppi laici e cristiani della regione: associazione Intrecci culturali, Comitato #fermiamolaguerra, Acli, Laudato sii (Mondo X – volontari del santuario della Vergine delle grazie). Già promotori di una manifestazione per la pace, tenutasi a Sassari il 2 dicembre scorso, i gruppi hanno invitato all’evento i parlamentari e altri politici dell’isola per condividere, “nero su bianco”, una serie d’iniziative da presentare alle Camere per chiedere, tra le altre cose, “un forte movimento per il cessate il fuoco e l’immediato avvio alle trattative internazionali”. La scelta del luogo, spiegano gli organizzatori, non è casuale: “quella di S’Aspru è la terra di pace costruita da padre Salvatore Morittu a Siligo, il comune in provincia di Sassari, che sarà rappresentato dal sindaco. Nella Carta di S’Aspru, aggiungono i promotori, “si chiede a deputati e senatori sardi il coinvolgimento di reti, organizzazioni, enti per le mediazioni internazionali. E di considerare un tabù assoluto le bombe atomiche e di scegliere – espressamente e senza mezzi termini – l’abolizione della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali”. Gli estensori della Carta, inoltre, “domandano pubblicamente davanti ai rappresentanti parlamentari e dei media un aiuto politico per i costruttori di pace e la condivisione della ‘non violenza attiva’”. Da qui l’appello ai politici sardi di “fare votare in parlamento l’adesione a questi princìpi nell’interesse dei popoli coinvolti direttamente nei conflitti, oltre che determinare l’impegno reale dell’Italia per una vera trattativa diplomatica. Infine: altri interventi di rapida attuazione, dal blocco di riarmo e spese militari sino allo stop di esercitazioni e test in una regione gravata da poligoni, basi e servitù”.