“Il lavoro dell’Aiea è diventato urgente: è un lavoro non solamente dedicato alla questione dell’Ucraina. Ci sono anche l’Iran e la Corea del Nord. In questo momento è chiaro che la messa in sicurezza degli impianti nucleari in Ucraina è diventata urgente, indispensabile. Naturalmente, per quanto riguarda la situazione attuale, è sempre precaria, sempre fragile: i bombardamenti attorno e a volte sulla centrale di Zaporizhzhia continuano”. Sono queste le parole di Rafael Mariano Grossi, direttore generale dell’Aiea-Agenzia internazionale per l’energia atomica, riportate nell’intervista de L’Osservatore Romano, realizzata subito dopo l’incontro con Papa Francesco in Vaticano, dove ha avuto colloqui anche con il Segretario di Stato card. Pietro Parolin e con mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali. Il direttore di Aiea parla del suo impegno per poter arrivare ad un accordo politico tra Mosca e Kyiv, assicurando una zona di protezione e di sicurezza nucleare attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. L’intervista prosegue parlando di sostegno della Santa Sede e negoziati in Ucraina, ma anche dello stallo degli accordi sul nucleare iraniano con l’accordo complessivo Jcpoa-Joint comprehensive plan of action ed il negoziato bilaterale tra Aiea e Iran che non progredisce, mentre l’Iran prosegue nel processo di arricchimento dell’uranio, sviluppo e costruzione di centrifughe sempre più avanzate che preoccupano, in quanto rappresentano passi verso la proliferazione. “L’uso esclusivamente pacifico del nucleare è importante, soprattutto in questo momento quando un’altra crisi, quella del cambiamento climatico, ha colpito l’umanità”, aggiunge Rafael Mariano Grossi che riconosce il processo ma anche l’obbligo perché i Paesi non cerchino l’arma nucleare, “abbiamo già una situazione internazionale difficile e non dobbiamo renderla più difficile ancora. Se c’è una cosa che è chiara – il Santo Padre, la Chiesa l’hanno detto – è che l’arma nucleare non dà sicurezza: è il contrario. È il contrario! E questo si deve dire”.