“Ho lasciato tutto a 26 anni, ero un giovane con una comitiva che frequentava pizzerie, discoteche e bowling. Ero patito di marche, fan dei calciatori, cantanti e attori. Ora sono fan del buon Dio, di san Francesco e di madre Teresa. Ho aggiunto un amico poi. Si chiama Gesù. Stavo male per una società malata”. Così lo stesso Biagio Conte raccontava il proprio cammino di conversione. Nel 91′ lasciò tutto e andò via da casa. Partì per Assisi in pellegrinaggio a piedi, lo cercò “Chi l’ha visto?”. Dal momento del suo ritorno a Palermo cominciò il suo impegno per gli ultimi. In un primo momento è stato attivo nel portare conforto ai senzatetto che vivevano nella stazione di Palermo Centrale, per i quali si batte attraverso diverse proteste ed un digiuno, grazie al quale ottiene l’utilizzo di alcuni locali in via Archirafi. Lì fonda nel 1993 la “Missione di Speranza e Carità”, che oggi accoglie più di 600 persone, tra poveri, migranti e senza dimora. Nel frattempo ha alternato periodo di eremitaggio e lunghi cammini a piedi portando sulle spalle una croce. Nel 2018, dopo la morte di alcuni senzatetto nelle strade di Palermo, in segno di protesta contro la povertà ha deciso di dormire in strada, sotto i portici del Palazzo delle Poste centrali, iniziando uno sciopero della fame durato dieci giorni; in seguito la Regione ha finanziato l’ampliamento della missione di via Decollati. Il 16 gennaio 2014 è stato reso noto che Biagio Conte, da anni costretto su una sedia a rotelle a causa di vertebre schiacciate a seguito delle spossanti fatiche cui si è sottoposto nella Missione, già dalla scorsa estate aveva ripreso a camminare dopo un’immersione nelle acque di Lourdes. Negli ultimi anni aveva condotti altri lunghi scioperi della fame per una società più giusta e con i suoi pellegrinaggi aveva raggiunto le sedi delle istituzioni europee, dove incontrò l’allora presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. È morto a Palermo all’alba di oggi, all’età di 59 anni, dopo una battaglia contro un tumore al colon.