“L’accordo quadro di collaborazione nazionale sul progetto Inps per tutti non prevede nessuna remunerazione per nessuno dei sottoscrittori coinvolti. È un accordo di collaborazione a titolo gratuito tra l’Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps), l’Associazione nazionale comuni italiani, la Caritas italiana e la Comunità di Sant’Egidio. Inoltre, come precisato nell’art. 5 dell’accordo rinnovato nel 2022: ‘Sono a carico di ciascuna delle parti gli oneri sostenuti per l’attuazione del presente Accordo quadro’”. È una delle precisazioni contenute nelle Domande e risposte sul progetto “Inps per tutti” pubblicate sul sito di Caritas italiana, insieme ad un articolo che già spiegava nel dettaglio il progetto realizzato su proposta dell’Inps a partire dal 2019 per aiutare i cittadini più in difficoltà ad usufruire dei loro diritti. Nei giorni scorsi è apparso, invece, sul mensile Left, un articolo su questi temi che titolava: “Quei milioni di euro alla lobby cattolica dell’assistenza”. L’obiettivo del progetto “Inps per tutti” è quello di “favorire l’accesso alle prestazioni sociali erogate dall’Inps in particolare per quella fascia di popolazione maggiormente in difficoltà dal punto di vista economico, sociale e relazionale – spiega nell’articolo Nunzia De Capite, sociologa di Caritas italiana –. Rendere cioè esigibili i diritti di queste persone”. Ossia “dare risposte a persone in difficoltà che senza questo tipo di intervento così orchestrato resterebbero fuori dal sistema di aiuti pubblici” visto che molte di loro non hanno competenze digitali per usare le piattaforme on line o non sanno districarsi nella complessità dei servizi.
In pratica, quando le persone rivolgono richieste di aiuto a Caritas o Sant’Egidio i volontari “contattano in prima battuta, se la persona non ha già provveduto a farlo, i Caf e patronati a cui le persone si sono già rivolte, poi provano a chiamare il contact center dell’Inps e alla fine attivano il canale Inps per tutti a livello locale, attraverso le modalità previste (mail telefonata, appuntamento di persona), in quanto spesso le situazioni incagliate possono essere analizzate nel dettaglio, e quindi risolte, dalle agenzie territoriali Inps di competenza. Il lavoro che fanno le Caritas consiste quindi nella mediazione con l’Inps locale, funzione che non si sovrappone bensì si aggiunge ed è successiva al lavoro tecnico che invece svolgono Caf e patronati”.
Nelle Faq sul sito di Caritas italiana viene spiegato che “i casi gestiti nel progetto ‘Inps per tutti’ riguardano soprattutto le situazioni di prestazioni per cui le persone hanno già fatto domanda e su cui i cittadini stanno avendo problemi (pensioni di invalidità che non arrivano, quote di Reddito di cittadinanza revocate, importi inferiori rispetto al passato per alcune prestazioni). richieste di chiarimento su pratiche attive che hanno problemi), quesiti generici su revoche, orientamento alle prestazioni a cui si ha diritto come esito della profilazione realizzata in alcuni casi con il questionario ‘Inps per tutti’”, uno strumento disponibile on line per tutti i cittadini.
Nel 2022 sono state complessivamente intercettate circa mille persone. Ad oggi sono coinvolte una dozzina di Caritas diocesane fra cui Milano, Frosinone, Asti, Ugento, Aversa, Avellino, Pozzuoli, Bologna, Cagliari, ecc. e sono stati stilati protocolli regionali con alcune delegazioni regionali, in particolare Lombardia e Veneto. Caritas italiana precisa inoltre che l’accordo “Inps per tutti” “non è un accordo esclusivo” e “chiunque fosse intenzionato a partecipare a livello nazionale può segnalarlo all’Inps nazionale, mentre a livello locale basta contattare l’Inps provinciale per verificare che il progetto sia attivo e chiedere di poter aderire”. L’accordo ha durata annuale ed è stato rinnovato già due volte a partire dal 2019. L’ultimo rinnovo risale alla scorsa estate e stabilisce che avrà durata fino al giugno 2023.