“Il 2023 si apre con un bilancio pesantissimo se pensiamo che la prima vittima ad Anversa, in Belgio è Firdaous, una bimba di 11 anni, rimasta uccisa in seguito ad una sparatoria tra bande dedite al traffico di droga”. La denuncia viene da “Basta!”, organizzazione sociale belga antimafia, e “Chance”, la rete promossa da Libera in Europa.
“Siamo indignati e fortemente turbati nell’osservare l’escalation di violenze, la lentezza della politica e il totale silenzio dell’opinione pubblica di quello che succede in Belgio – sostengono le due organizzazioni –. La narrazione di questi fenomeni mafiosi continua a dare un’immagine lontana dalle vite della società civile allorché queste mafie sono presenti nel quotidiano di tutti noi: impoveriscono la nostra economia, si infiltrano con la corruzione negli apparati dello Stato e sempre di più sporcano di sangue le nostre strade. Questo tragico incidente ha sfatato il diffuso pregiudizio che la guerra della droga degli ultimi anni non rappresenti un pericolo per i civili innocenti. Qualsiasi sia l’origine familiare della vittima, la morte di un innocente non deve passare come un ‘incidente’ e deve al contrario chiamarci in causa tutti, sentire forte il nostro rifiuto al predominio mafioso e chiedere giustizia per le sue vittime”. Perciò, “non basta più indignarsi e costernarsi, bisogna agire. Che la morte della giovane Firdaous non sia vana e possa rappresentare un punto di svolta nella lotta al crimine organizzato per evitare future vittime”. “Basta!” e “Chance”, in una nota, chiamano la società civile tutta, il mondo associativo, le scuole, le istituzioni e i partiti politici alla responsabilità: “Perché la criminalità organizzata non si combatte solo con le inchieste giudiziarie, ma anche con la costruzione di un tessuto sociale resistente e coeso”.