“Non è accettabile che la decisione sulla vita e il destino di un essere umano venga affidata ad un algoritmo”. È il monito del Papa, che ricevendo in udienza i partecipanti all’incontro “AI Ethics: An Abrahamic commitment to the Rome Call” promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita e dalla Fondazione RenAIssance ha fatto l’esempio delle domande dei richiedenti asilo. “Ogni persona deve poter godere di uno sviluppo umano e solidale, senza che nessuno sia escluso”, la tesi di Francesco: di qui la necessità di “vigilare e di operare affinché non attecchisca l’uso discriminatorio di questi strumenti a spese dei più fragili e degli esclusi. Ricordiamoci sempre che il modo con cui trattiamo l’ultimo e il meno considerato tra i nostri fratelli e sorelle dice il valore che riconosciamo all’essere umano”. La Rome Call, pe Francesco, “può essere un utile strumento per un dialogo comune tra tutti, al fine di favorire uno sviluppo umano delle nuove tecnologie”. “Nell’incontro tra diverse visioni del mondo, i diritti umani costituiscono un importante punto di convergenza per la ricerca di un terreno comune”, ha ribadito il Papa auspicando “una riflessione aggiornata sui diritti e i doveri in questo ambito”, partendo dalla consapevolezza che “la profondità e l’accelerazione delle trasformazioni dell’era digitale sollevano inattese problematiche, che impongono nuove condizioni all’ethos individuale e collettivo”. “Le adesioni alla Rome Call, cresciute nel tempo – l’omaggio di Francesco – sono un passo significativo per promuovere un’antropologia digitale, con tre coordinate fondamentali: l’etica, l’educazione e il diritto”.