Pakistan: Governo studia una nuova Commissione nazionale per i diritti delle minoranze. I dubbi dei cattolici locali

Nei giorni scorsi il primo ministro del Pakistan Shahbaz Sharif ha annunciato durante una riunione a Islamabad che è in lavorazione un disegno di legge per istituire una Commissione nazionale per i diritti delle minoranze (National Commission for Minorities’ Rights). “Sebbene si tratti di un’iniziativa lodevole, è necessario valutare l’opera delle istituzioni nazionali per i diritti umani già esistenti prima di creare un nuovo organismo”, afferma a Fides il laico cattolico pakistano Peter Jacob, direttore del “Centro per la giustizia sociale” (Csj). Jacob cita la Commissione nazionale per la condizione delle donne (Ncsw), istituita nel 2000; la Commissione nazionale per i diritti umani (Nchr), costituita nel 2015, neutrale e permanente; la Commissione nazionale sui diritti dell’infanzia, costituita nel 2020. “In generale va detto che le raccomandazioni politiche delle Commissioni vengono ignorate o l’azione su di esse è ritardata dal Ministero federale dei Diritti umani”, nota Jacob. Anche le province pakistane, ricorda, hanno istituito organismi per la tutela dei diritti umani (commissioni, uffici e dipartimenti) ma “questi organismi sono enormemente carenti di risorse, competenze e il loro funzionamento risulta limitato”, rileva. Tali commissioni, nota, dovrebbero operare “come ponte tra i portatori di doveri (governo) e i portatori dei diritti (le persone)”, ma spesso “la governance non trasparente pone limiti al loro funzionamento”. “Il sistema richiede che tutti gli organismi si sottomettano all’autorità del governo, mentre tali Commissioni, secondo logica, dovrebbero operare in modo autonomo rispetto alle strutture di autorità, al fine di monitorarle e accertarne eventuali responsabilità”. Comprendere queste dinamiche – nota Jacob – “può essere utile nel pensare a una nuova Commissione per le minoranze”. Il direttore del Csj solleva altre obiezioni: “In primo luogo, bisognerà definire il termine ‘minoranza’, includendo non solo le minoranze religiose, ovvero i cittadini pakistani non musulmani. Inoltre, la Commissione dovrebbe essere un organismo concepito ‘per’ l’effettiva realizzazione dei diritti delle minoranze piuttosto che un organismo delle minoranze”. “La legislazione proposta dovrebbe poi includere l’impegno delle istituzioni statali ad attuare le sue raccomandazioni”, afferma. Essa potrebbe avvalersi di una rete di volontari della società civile, auspica Jacob, notando che “includere le minoranze nel quadro dell’uguaglianza dei diritti significa estendere la questione all’uguaglianza e alla giustizia per tutti”.

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