Continuano a giungere, dopo l’assalto ai Palazzi istituzionali di Brasilia, avvenuto domenica, reazioni da parte degli organismi ecclesiali brasiliani. La Rete ecclesiale panamazzonica Repam-Brasile ripudia, in una nota firmata dal presidente, dom Evaristo Pascoal Spengler, vescovo prelato di Marajó, e dagli altri membri di presidenza, “condanna con forza l’invasione criminale e la depredazione della sede del Congresso nazionale, del Palazzo del Planalto e del Supremo Tribunale Federale (Stf) da parte di golpisti, terroristi e vandali, avvenuta domenica 8 gennaio a Brasilia. Il Brasile ha vissuto questa domenica un capitolo triste e deplorevole della sua storia, frutto dell’estremismo ideologico che ha dominato e domina tuttora il Paese. Questi atti sono un attacco alla democrazia e rappresentano un’inaccettabile escalation di violenza”. Prosegue la nota: “Ci auguriamo inoltre che vengano indagate le responsabilità politiche, civili e penali e che gli organizzatori e i finanziatori di questi atti di violenza vengano identificati e puniti secondo la legge. Ribadiamo il nostro sostegno alle istituzioni democratiche e restiamo fermi nella difesa della democrazia, dell’Amazzonia e dei suoi popoli”. Anche la Conferenza dei Religiosi del Brasile (Crb) ha espresso in un comunicato il suo più fermo ripudio degli atti terroristici che hanno avuto luogo questa domenica. “È urgente che i loro istigatori, mentori, mandanti e finanziatori siano identificati, ritenuti responsabili e puniti secondo le leggi brasiliane, a cui tutti i cittadini sono soggetti, affinché atti simili non si ripetano”. La nota invita anche tutta la vita religiosa consacrata a “unirsi nella preghiera e nell’azione, affinché la nazione brasiliana abbia la forza, il coraggio e la serenità necessari per superare l’odio e la violenza criminalmente seminati nelle menti e nei cuori di pochi che cercano di distruggere la possibilità di una coesistenza pacifica e di amicizia sociale tra i brasiliani”. Il Consiglio nazionale dei laici (Cnlb) ribadisce in un comunicato “il proprio sostegno al sistema democratico” e ritiene che non vi sia stato un intervento efficace da parte della Polizia militare del Distretto federale. Alla luce dei fatti, la nota chiede “che le persone coinvolte in tali azioni, così come i loro sponsor, siano identificati e giudicati per i crimini commessi”. Il Cnlb invita inoltre le donne e gli uomini di buona volontà, i movimenti sociali e le espressioni ecclesiali a unirsi a partire dalla cultura della pace, per “lavorare per una società giusta e fraterna, senza esclusioni e pregiudizi).