Papa Francesco: no alla “logica dell’indifferenza”, serve “convergenza mondiale” per “costruire un mondo a misura d’uomo”

Un incoraggiamento “a tutte le persone che, nell’Unesco, lavorano a favore dell’evangelizzazione”. Ad inviarlo è il Papa, in un messaggio alla direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, tramite il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, in occasione della Giornata internazionale per l’alfabetizzazione. “Il nostro mondo è in costante trasformazione; è attraversato da molteplici crisi”, si legge nel messaggio, in francese, in cui si denuncia “una metamorfosi non solamente culturale ma anche antropologica, che genera nuovi linguaggi e rifiuta, senza discernimento, i paradigmi che ci sono offerti dalla storia”. “Ogni cambiamento esige un percorso educativo che riguarda tutto il mondo”, la tesi del Papa, secondo il quale è necessario costruire “un villaggio dell’educazione dove si condivida, nella diversità, l’impegno a creare una rete di relazioni umane e aperte”. “Per allevare un bambino ci vuole un intero villaggio”, recita un proverbio africano: di qui la necessità di “firmare un patto che dia un’anima ai processi educativi formali e informali, che non possono ignorare il fatto che tutto è intimamente connesso nel mondo e che è necessario trovare, attraverso una sana antropologia, altri modi di comprendere l’economia, la politica, la religione e il progresso”.  Per il Papa, il compito dell’alfabetizzazione e dell’educazione è quello di “costruire un mondo a misura d’uomo, soggetto primario e fondamentale dell’educazione, che deve essere considerato nelle sue aspirazioni materiali, culturali e spirituali, così come nella relazione agli altri, alla comunità, alla natura e al suo ambiente di vita”. “Trovare una convergenza mondiale in vista di una educazione capace di un’alleanza tra tutte le componenti della persona”, l’appello di Francesco: “un’alleanza tra gli abitanti della Terra e la casa comune alla dobbiamo salvaguardia e rispetto. Un’alleanza generatrice di pace, di giustizia e di accoglienza tra tutti i popoli della famiglia umana e del dialogo tra le religioni”. “In questo periodo di pandemia e di guerra”, Francesco nel messaggio ricorda che “l’educazione è sempre un atto di speranza che invita alla compartecipazione e alla trasformazione della logica sterile e paralizzante dell’indifferenza in una logica capace di accogliere la nostra appartenenza comune”, in modo da “edificare una civiltà dell’armonia, dell’unità, della solidarietà, della fraternità e di una pace durevole”.

 

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