“È questo che noi dobbiamo imparare: ascoltare il proprio cuore. Per conoscere quale decisione prendere, ascoltare il nostro cuore”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata al discernimento e alla figura di Sant’Ignazio. “Noi ascoltiamo la radio, il telefonino, siamo maestri dell’ascolto”, ha proseguito Francesco ancora a braccio: “Ma tu sai ascoltare il tuo cuore? Il mio cuore come sta? È soddisfatto, è triste, cerca qualcosa? Per prendere decisioni belle bisogna ascoltare il proprio cuore”. “Per questo Ignazio suggerirà di leggere le vite dei santi, perché mostrano in modo narrativo e comprensibile lo stile di Dio nella vita di persone non molto diverse da noi”, ha spiegato Francesco: “Perché i santi erano di carne e ossa come noi. Le loro azioni parlano alle nostre e ci aiutano a comprenderne il significato”. “Quando si trovava ferito nella casa paterna – ha sottolineato ancora il Papa a proposito di Sant’Ignazio di Lojola – non pensava affatto a Dio o a come riformare la propria vita. Egli fa la sua prima esperienza di Dio ascoltando il proprio cuore, che gli mostra un ribaltamento curioso: le cose a prima vista attraenti lo lasciano deluso e in altre, meno brillanti, avverte una pace che dura nel tempo”. “Anche noi facciamo questa esperienza”, ha attualizzato Francesco fuori testo: “Tante volte cominciamo a pensare una cosa, e poi siamo rimasti delusi, invece facciamo una cosa di carità, una cosa buona e ci viene la felicità: è un’esperienza tutta nostra”.