“Il cattolico non può sostenere con il proprio voto – meno ancora con la militanza politica diretta – candidati, partiti, programmi e proposte in contrasto con i cosiddetti e famosi ‘valori non negoziabili’ e i principi fondamentali della dottrina cattolica circa la morale, quali i temi legati alla dignità della persona, alla vita, alla famiglia e alle varie questioni antropologiche”. A scriverlo mons. Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia-Sanremo, che ha reso pubblico sul sito della diocesi un messaggio in vista delle elezioni politiche del 25 settembre. Nel messaggio di mons. Suetta sono citati alcuni passi della “Nota Dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica” pubblicato nel 2002 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. A partire proprio da queste riflessioni, mons. Suetta afferma che “non può e non deve sfuggire come alcuni programmi elettorali proposti per la consultazione del prossimo 25 settembre siano in assoluta contrapposizione con la dottrina cattolica e con la Chiesa per la presenza di punti come, ad esempio, le istanze della ideologia gender, il suicidio assistito o l’eutanasia, il cosiddetto riconoscimento dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne (sotto quest’ultima espressione spesso si intende l’appoggio e la diffusione della pratica dell’aborto e la lotta all’obiezione di coscienza dei medici e degli infermieri): tali argomenti esigono un’oggettività di valutazione morale e, da parte del cattolico, non possono essere valutati in relazione a parametri accessori dipendenti dalla contingenza delle situazioni oppure da una considerazione soggettiva di un ipotetico ‘male minore’”.