“La produzione e la vendita di armi nel mondo è un immenso male morale. Tutti coloro che partecipano a questa produzione e commercializzazione sono complici della violenza contro l’umanità. Le armi servono per uccidere. Quelle con cui noi colombiani ci uccidiamo da 60 anni provengono dall’Europa, dagli Stati Uniti, dalla Russia e da Israele; e in misura minore sono prodotti da Indumil, la compagnia delle forze militari colombiane che ha portato tecnologia da quei Paesi”. Lo afferma al Sir padre Francisco De Roux, presidente della Commissione della Verità, che ha concluso in questi giorni i suoi lavori, nel contesto della Settimana per la Pace che si vive in Colombia.
Resta ancora vivo, poi, nel Paese, il tema dei minori reclutati dalla guerriglia, che l’ex ministro della Difesa Molano definì “macchine da guerra”. “Quella frase – afferma il gesuita – è stata un errore, ed è stata respinta dall’opinione pubblica perché la frase giustificava il bombardamento che ha ucciso i bambini. Ma non si può dimenticare che più di 16.000 bambini sono stati portati in guerra e preparati dai guerriglieri e dai paramilitari ad entrare in combattimento e morire in combattimento. E tra i paramilitari dell’Orinoquía, la Commissione ha ascoltato la testimonianza dei bambini che sono stati costretti a mangiare il sancocho (cioè la zuppa di carne) fatta con la carne di un uomo smembrato con una sega davanti a loro, perché imparassero a punire traditori. Ecco come erano preparati ad andare in combattimento, pronti a tutto”. Aggiunge Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani: “Le parole di padre De Roux, nei giorni in cui si vive con vivacità la Settimana per la Pace, confermano le denunce portate avanti dalla società civile e dai difensori dei diritti umani, e, rispetto al commercio di armi, confermano indirettamente il ruolo dei Paesi europei, e anche dell’Italia, nell’esportazione di armi in Colombia”, in questi decenni di guerra.