“Nessuno oggi dubita che l’economia mondiale abbia bisogno di un rinnovamento”. È questa l’idea attorno a cui è nato l’evento “The economy of Francesco”, voluto dal Papa, che sarà presente nella giornata conclusiva, e in programma ad Assisi dal 22 al 24 settembre. A renderlo noto è stato mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno e presidente del Comitato organizzatore, durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa presso la Sala Stampa della Santa Sede. “Tanti percorsi – sia del pensiero economico mainstream, sia del pensiero economico alternativo – ci stanno provando”, ha fatto notare il vescovo: “Il Papa si è chiesto: perché non provare con i giovani? Hanno il talento dell’entusiasmo, della creatività, del futuro. Per comprendere Eof, occorre innanzitutto tener presente questo. La sua ambizione sta certo anche nel presente, non solo nel futuro, ma i frutti maturi probabilmente si vedranno col tempo”. “Il Papa mette così, con San Francesco, un primo punto fermo al suo dialogo con i giovani”, ha proseguito Sorrentino, che “saranno ad Assisi non solo per discutere, ma anche per visitare i luoghi di Francesco e trarne ispirazione. All’inizio dovevano essere circa 2000. Nell’attuale versione post-pandemica saranno 1000”. “Non resteranno comunque sempre chiusi in un palazzo congressi”, ha annunciato il presule: “il secondo giorno, con i loro 12 villaggi tematici, si distribuiranno nei vari luoghi francescani della città, dalla Porziuncola alla Basilica di San Francesco, da San Damiano al Santuario della Spogliazione, e così via. Una full immersion nelle origini francescane”. Quello di Papa Francesco, che ha come “stella polare” San Francesco, per Sorrentino “è in fondo il pensiero sociale della Chiesa con gli accenti che l’attuale pontefice ha dato ad esso, specie in alcuni documenti come Evangelii Gaudium, Laudato si’ e Fratelli tutti”.
Economy of Francesco, in questa prospettiva, “non è una sorta di brain storming giovanile senza direzione di marcia, ma un percorso impegnativo, certo creativo e sperabilmente geniale, ma dentro l’alveo di alcuni precisi valori. Uno di essi, fondamentale, è la custodia del creato”, che però “non può essere disgiunta dalla sfida dei poveri e delle storture dell’economia mondiale che portano ad una iniqua distribuzione della ricchezza e delle opportunità”. Ai giovani, il Papa – ha detto Sorrentino – chiede di “correggere i modelli di crescita incapaci di garantire l’accoglienza della vita, la cura della famiglia, l’equità sociale, la dignità dei lavoratori, i diritti delle generazioni future. Come si vede, uno spettro valoriale ampio, esigente, sfidante rispetto al politicamente corretto dei nostri giorni”. “Un’iniziativa come questa non può finire con l’evento”, ha concluso il vescovo: “Ci lascia un capitale da investire. È stata voluta in vista di un processo, che è già in cammino, e non si fermerà, esprimendosi nelle tante reazioni che ha suscitato e susciterà nelle varie regioni del mondo. Dal punto di vista del comitato, non abbiamo per ora un progetto definito: esso dipenderà da quanto il Papa deciderà e dalle nostre generose ma povere forze”. L’auspicio è quello “che questi giovani che firmeranno il patto col Papa si impegnino ad aprire un dialogo con l’economia reale, il mondo imprenditoriale, le istituzioni bancarie, i colossi energetici, i centri della finanza”. Il sogno è che “ad Assisi, città-messaggio, città-simbolo, ora anche capitale di una nuova economia, un giorno, come il Papa oggi, i cosiddetti ‘grandi della terra’ possano venire ad incontrarsi con i giovani del Patto, per ispirarsi alla profezia di Francesco e lascarsi interrogare dalla loro passione giovanile”.