Siria: Save the Children, “sette bambini uccisi da mine in due giorni”

Quattro bambini sono stati uccisi dopo lo scoppio di un ordigno inesploso in un appartamento abbandonato a Idlib, nel nord-ovest della Siria, lunedì scorso. Questo episodio fa seguito all’esplosione di un’altra mina su un terreno agricolo a Homs in cui sono rimasti uccisi altri tre bambini due giorni fa. Negli ultimi quattro mesi, secondo Save the Children almeno 22 persone sono state uccise, tra cui sette bambini, e 29 ferite, tra cui tre bambini, in simili esplosioni di mine e ordigni inesplosi in tutta la Siria. “Le mine sono semi di morte sparsi dagli adulti che hanno il loro impatto più letale sui bambini. Le armi esplosive sono la principale causa di vittime tra i minori nei conflitti, causano lesioni terribili e la probabilità di morte tra i più piccoli per le ferite da esplosione”, ha dichiarato Beat Rohr, direttore ad interim della risposta in Siria di Save the Children. “A quasi 12 anni dal suo inizio, il conflitto in Siria continua a mietere vittime tra i bambini e a dividere le famiglie. L’impatto delle armi esplosive sui bambini è devastante e si protrae per tutta la vita, privando le famiglie delle loro speranze e della possibilità di accedere a servizi vitali, e spesso alterando profondamente lo sviluppo della vita di un bambino”. Save the Children chiede a tutti gli attori coinvolti “di limitare l’uso delle armi più dannose per i bambini e di intensificare gli sforzi per ridurne l’impatto”. Chiede inoltre ai donatori “di aumentare immediatamente il sostegno agli operatori che si occupano di sminamento e implementare azioni di sensibilizzazione per mitigare i rischi per i bambini e le loro famiglie”.

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