I consolati e le autorità di frontiera degli Stati membri sono invitati ad applicare “un livello più elevato di controlli di sicurezza e un approccio coordinato nello svolgimento delle valutazioni individuali delle domande di visto dei cittadini russi e dei controlli alle frontiere esterne dell’Unione”. Lo dice una nota della Commissione che oggi ha presentato agli Stati membri degli “orientamenti aggiornati” su visti e controlli ai cittadini russi. Lo scopo è, nelle parole del commissario Margaritis Schinas, raggiungere “un approccio europeo unito”. Da quando è stata annunciata la mobilitazione parziale in Russia, si è registrata “una maggiore pressione alle frontiere con la Federazione russa, ma anche a un numero crescente di domande di visto e richieste da parte di cittadini russi”. Di qui la necessità di nuovi orientamenti, dopo quelli emanati il 9 settembre scorso, per far fronte alla nuova situazione. L’Ue, ha spiegato Schinas, “è e rimarrà sempre un luogo di asilo. Ma ora questo è prima di tutto un problema di sicurezza: un maggiore controllo sul rilascio dei visti e controlli alle frontiere intensificati garantiranno la protezione di noi stessi e della nostra unità”. C’è una reale minaccia alla sicurezza da un lato e dall’altra la preoccupazione di “non chiudere le porte a coloro che hanno un reale bisogno di protezione”. L’invito di fondo è quello di fare verifiche individuali rispetto alle nuove richieste ma anche nella rivalutazione di visti già rilasciati in passato. Alle frontiere esterne i controlli andranno rafforzati e coordinati in modo da evitare “che un cittadino russo a cui è stato negato l’ingresso a una frontiera essere ammesso da un altro”.