“L’Ue è allarmata per il deterioramento del contesto operativo umanitario nell’Etiopia settentrionale da quando sono riprese le ostilità nell’agosto 2022”. È stato il commissario per la gestione delle crisi Janez Lenarčič, che oggi ha lanciato questo richiamo in una dichiarazione in cui invita tutte le parti in conflitto a “impegnarsi in un coordinamento civile-militare” che attualmente è ampiamente insufficiente. Lenarčič condanna “con la massima fermezza” le violazioni del diritto umanitario internazionale, chiede si metta fine alle ostilità con un accordo negoziato di cessate il fuoco permanente. La siccità che piega il Paese, insieme ai combattimenti nelle regioni di Tigray, Afar e Amhara fanno sì che 13 milioni di persone non riescano a ricevere aiuti: “Le organizzazioni umanitarie hanno dovuto sospendere le loro operazioni e ritirare parte del personale dalle aree colpite dal conflitto”, ha spiegato il commissario, lasciando così in balia di se stessi milioni di persone altamente vulnerabili. È dovere di tutte le parti in conflitto “garantire la sicurezza e l’incolumità dei civili, degli operatori umanitari e delle risorse umanitarie, in particolare applicando rigorosamente i principi di precauzione e distinzione nella condotta delle ostilità”, ricorda l’Unione europea.