Un forte appello alla protezione della giovane democrazia brasiliana, attraverso un ampio patto nazionale. A maggior ragione nell’anno in cui il Brasile celebra il bicentenario della sua indipendenza, che dovrebbe portare a “tenere presente che siamo una nazione segnata da ricchezza e potenziale, ma priva di un progetto di sviluppo umano globale e sostenibile”. È quello rivolto al Paese dalla Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile, nel messaggio diffuso ieri, a conclusione della propria assemblea plenaria, vissuta in presenza ad Aparecida, a un mese esatto dal primo turno delle elezioni generali e, soprattutto, presidenziali.
Un secondo appello è per un “genuino impegno per la verità, con la promozione di politiche statali capaci di contribuire efficacemente alla riduzione delle disuguaglianze, al superamento della violenza e all’ampliamento dell’accesso alla casa, al lavoro e alla terra”. Tutto questo a partire da una cultura dell’incontro e del dialogo. I vescovi insistono sulla necessità di tradurre la fede “in concreta compassione e solidarietà”.
Da qui “l’impegno per la promozione, la cura e la difesa della vita, dal concepimento al suo termine naturale”, della famiglia, dell’ecologia integrale e dello Stato democratico. I vescovi manifestano la loro preoccupazione per il “momento difficile in cui viviamo”, che si manifesta nella situazione di “crisi complessa e sistemica, che mette a nudo le disuguaglianze strutturali, storicamente radicate nella società brasiliana”.