Visita del patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, ai seminaristi, sacerdoti e al personale del Seminario Patriarcale di Beit Jala, che quest’anno celebra il suo 170° anniversario. Due giorni (27 e 28 settembre) di incontri e preghiera in cui il patriarca ha ribadito che “per essere un buon sacerdote non basta avere buoni voti e una forte spiritualità. Dobbiamo imparare ad ascoltare e a formare le comunità. Come creare spazio, invece di occuparlo”. Nel suo discorso di apertura dell’Anno accademico 2022-2023, Pizzaballa ha spiegato che “oggi il seminario è all’inizio di un periodo di transizione. Abbiamo diversi progetti che vogliamo realizzare quest’anno soprattutto per quanto riguarda gli insegnanti e il collegamento con i laici. La nostra collaborazione con diverse istituzioni educative, tra cui l’Università di Betlemme, speriamo ci aiuti ad aprire le porte a tutti e a non creare uno spazio riservato a coloro che si stanno formando per diventare sacerdoti”, ha aggiunto, facendo eco alle parole di p. Iyad Twal, vicepresidente esecutivo dell’Università di Betlemme. Il Seminario patriarcale è, da pochi giorni, affiliato anche alla Pontificia Università Lateranense di Roma. “Sua Beatitudine ha una visione: aprire il seminario ai laici, per aiutarli a ricevere una formazione adeguata sulla religione e sulla fede – ha detto p. Bernard Poggi, rettore del seminario – quest’anno lavoreremo a un programma per la formazione dei laici, che si spera possa iniziare l’anno prossimo. Questo programma comprende anche l’aiuto all’Ufficio catechistico del Patriarcato, guidato da padre Remon Haddad, e alle nostre scuole, lavorando insieme per assicurarci che i nostri insegnanti siano ben formati sui temi religiosi”. Il patriarca ha voluto incontrare anche il personale del Seminario e gli insegnanti per parlare delle sfide che devono affrontare come cristiani in Terra Santa. Tutti temi ripresi nel corso della messa celebrata dal Patriarca a conclusione della visita: “È importante che le persone delle nostre comunità vedano il cuore della nostra diocesi, cioè il nostro seminario; non solo per vedere come prepariamo i seminaristi al sacerdozio, ma anche per ricevere qualcosa – ha detto Pizzaballa – perché il seminario dovrebbe essere anche un luogo di incontro, per rafforzare la nostra fede e il nostro senso di appartenenza a Gesù e alla nostra comunità”.