Con l’interrogatorio di oggi all’avvocato Nicola Squillace, il tribunale vaticano ha terminato gli interrogatori ai 10 imputati, soltanto due dei quali – il broker Gianluigi Torzi e Cecilia Marogna – non si sono presentati. “Gli interrogatori degli imputati hanno il più ampio spazio possibile a tutti, forse addirittura troppo, ammettendo anche domande che potevano non entrare nel dibattimento”, ha dichiarato il presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, secondo quanto riferisce il “pool” di giornalisti ammessi nell’Aula polifunzionale dei Musei vaticani a seguire il processo relativo agli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra. “Non possiamo ripetere in aula già che è già agli atti. Le prove non vanno prodotte in aula”, ha puntualizzato Pignatone. Subito dopo, è stato ascoltato il primo testimone, Roberto Lolato, in qualità di consulente tecnico di parte della Deloitte. Il promotore di giustizia, Alessandro Diddi, ha interrogato il testimone in particolare su quattro aspetti: l’immobile di Londra, la sua valutazione, i costi sostenuti dalla segreteria di Stato e i 75 milioni di rendita che il finanziere Raffaele Mincione a suo tempo aveva negato. In seguito è stata la volta dell’interrogatorio delle parti civili, e in particolare dei legali dello Ior, ai quali Lolato ha precisato che nella prima fase “la Santa Sede aveva pagato 60 milioni di sterline e poi il Palazzo di Sloane Avenue è stato venduto il 4 dicembre 2021 per 186 milioni di sterline”. Lolato ha inoltre reso noto che, a partire da ieri, il mutuo sul palazzo londinese è estinto. Il processo continuerà anche domani, quando oltre a Lolato verrà sentito anche un altro teste, Alessandro Cassinis Righini, revisore generale dei conti.