Ucraina: IV Carovana della pace domani a Kiev. Don Sacco (Pax Christi), “qui per sostenere chi ha scelto la non violenza e l’obiezione”

La IV Carovana della pace Stop the war now è in queste ore a Cernivci, in Ucraina, dove prenderà il treno per arrivare domani a Kiev. È composta da 22 persone, in rappresentanza di tante associazioni, “per costruire dal basso un’alternativa alla guerra in corso e per contribuire alla immediata cessazione dell’invasione russa dell’Ucraina e all’avvio di negoziati tra le parti per dirimere con la diplomazia le attuali controversie”. La carovana, coordinata dal Movimento Nonviolento e dall’associazione “Un ponte per” è partita il 26 settembre e vivrà una settimana di incontri, approfondimenti, solidarietà e cooperazione. Per Pax Christi Italia c’è il coordinatore don Renato Sacco, insieme ad Antonio Mazzeo e Francesco Minervini. “Siamo qui per essere vicini alla società civile e a chi ha scelto la non violenza e l’obiezione”, dice don Renato Sacco in un video da Cernivci. Tra gli obiettivi della missione – si legge nel comunicato di presentazione della terza Carovana nonviolenta – quello di “gettare le basi per stringere accordi di partenariato tra gli oltre 175 enti italiani che fanno parte della rete Stop the War Now e organizzazioni della società civile ucraina, tra cui i sindacati e università locali; la possibilità di stringere accordi per scambi giovanili tra le università italiane e quelle ucraine, e il rilancio a livello internazionale della campagna di sostegno agli obiettori di coscienza ucraini attualmente sotto processo o inchiesta da parte della Procura generale ucraina, accusati di alto tradimento. Tra loro anche il giornalista Ruslan Kotsaba, sotto processo per aver diffuso appelli contro la guerra. Analoga campagna di sostegno agli obiettori di coscienza è portata avanti anche sul versante della Russia, tanto più alla luce di una sempre crescente mobilitazione alle armi dei giovani russi decisa da Putin. La delegazione ha l’obiettivo di gettare ponti e costituire reti tra tutti quei soggetti, laici e religiosi, che si pongono il problema della convivenza tra diversi, del rispetto del pluralismo linguistico e culturale, del sostegno anche psicologico alle vittime della violenza e della guerra”. Per l’occasione è stata lanciata una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi per sostenere le spese legali e processuali degli attivisti ucraini sotto inchiesta.

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