“Chi si allontana dal Signore non è mai contento, pur avendo a propria disposizione una grande abbondanza di beni e possibilità”. Ne è convinto il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi ha fatto notare, a braccio, che “Gesù mai costringe a seguirlo: Gesù ti fa sapere la volontà, con tanto cuore ti fa sapere le cose, ma ti lascia libero: e questo è la cosa più bella della preghiera. Invece, quando noi ci allontaniamo da Gesù ce ne andiamo con la tristezza del cuore”. “Discernere non è facile – ha ammesso Francesco – perché le apparenze ingannano, ma la familiarità con Dio può sciogliere in modo soave dubbi e timori, rendendo la nostra vita sempre più ricettiva alla sua ‘luce gentile’, secondo la bella espressione del Santo John Henry Newman”. “I santi brillano di luce riflessa e mostrano nei semplici gesti della loro giornata la presenza amorevole di Dio, che rende possibile l’impossibile”, il primo esempio scelto dal Papa: “Si dice che due sposi che hanno vissuto insieme tanto tempo volendosi bene finiscono per assomigliarsi. Qualcosa di simile si può dire della preghiera affettiva: in modo graduale ma efficace ci rende sempre più capaci di riconoscere ciò che conta per connaturalità, come qualcosa che sgorga dal profondo del nostro essere”.