“In questi anni di grande disagio e incertezza segnati dal Covid, poi dalla guerra in Ucraina e ora dalla crisi energetica ed economica, il tema della medicina del territorio è tornato centrale e soprattutto l’esperienza del Covid ne ha dimostrato l’importanza. Le comunità terapeutiche, e più in generale l’intero sistema dei servizi pubblici e del privato accreditato, già in forte difficoltà, è messo a dura prova ed a rischio sopravvivenza da questa situazione e non può rimanere escluso dal processo di ripensamento della medicina del territorio a partire dalla ridefinizione delle Case della comunità che andranno a sostituire le Case della salute”. Lo ha affermato oggi pomeriggio Roberto Berselli, membro del consiglio di Presidenza della Fict e vicepresidente del Consorzio Gruppo Ceis, intervenendo alla tavola rotonda nell’ambito del XI Congresso nazionale della FederSerd in corso a Roma.
“La nuova medicina del territorio pensata nell’ottica delle Case della comunità vuol dire una medicina di prossimità, proattività e generativa, una medicina dell’‘andare verso’, una personalizzazione delle cure”, ha proseguito, sottolineando che “se l’obbiettivo è unire sul territorio sociale e sanitario con il coinvolgimento del terzo settore e della società civile le dipendenze non possono stare fuori da questo processo, non per nostra velleità, ma perché sono i numeri che lo testimoniano”. Per Berselli, “abbiamo bisogno di un deciso passo in avanti sulla questione delle dipendenze e dei giovani e che sostenga, in ambito nazionale, una visione seria e di prospettiva, capace di parlare di futuro, che creda ancora nella possibilità riabilitativa, che investa sulla vita e sulla dignità delle persone, senza cedere al facile compromesso della ‘normalizzazione’ delle dipendenze e dell’uso di sostanze”. “Ed in questo – ha evidenziato – i servizi pubblici così come i servizi del privato sociale accreditato, se messi nelle giuste condizioni, possono giocare un ruolo determinante proprio per il loro storico radicamento nel territorio”. Berselli ha poi richiamato le questioni “centrali” per la Fict. Prima delle quali è “una medicina del territorio che parta dalla centralità della persona e la presa in carico globale sanitaria e sociale”. Irrinunciabile è poi “una riforma organica e condivisa del DPR 309/90”. “Nel ribadire la ferma necessità di non criminalizzare in alcun modo l’uso di sostanze, auspichiamo il rifiuto di approcci tesi ad affermare la normalizzazione di tale pratica”, ha proseguito Berselli, che ha chiesto la “definizione di linee guida nazionali” per “omogeneizzare gli interventi nelle diverse Regioni” e il “rilancio dell’attività di prevenzione e la re-istituzione del Fondo nazionale per la lotta alla droga”. “La medicina del territorio intesa appunto come intervento integrato sanitario-sociale in un quadro di forte coordinamento pubblico e con il coinvolgimento della società civile è per noi la strada per un intervento efficace nelle dipendenze”, ha concluso Berselli: “Una consapevolezza che tanti di noi hanno maturato da lungo tempo, che in parte già stiamo attuando per quanto possibile e che speriamo sia riconosciuto anche normativamente al più presto”.