“Pandemia, restrizioni, paure. E anche la guerra, con le conseguenze economiche che ci si aspetta si produrranno nella vita di tutti i giorni. Ce n’è abbastanza per generare insicurezza e preoccupazioni tra chi ha meno di 18 anni o è appena entrato nella maggiore età. I neomaggiorenni domenica scorsa per la prima volta hanno esercitato il diritto al voto e hanno avuto la possibilità di esprimere un’opinione sul futuro, dopo anni in cui da minorenni raramente sono stati consultati a proposito delle scelte che li hanno riguardati”, così l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti.
“Il voto rappresenta una forma alta di partecipazione – afferma –, ma non è la sola. È necessario che i minorenni siano coinvolti il prima possibile nelle scelte che li riguardano in ciascun ambito della loro vita, anche per arrivare con una matura consapevolezza alla maggiore età e al voto. Serve assicurare ai ragazzi la possibilità di dare voce alle loro esigenze, attraverso modalità nuove di coinvolgimento diretto. Gli adolescenti sono più responsabili di quanto gli adulti vogliano credere: non vanno trattati da bambini, al contrario occorre riconoscerne la capacità critica e di pensiero autonomo e responsabilizzarli, chiamandoli a una partecipazione attiva”. “La partecipazione – spiega la Garante – è un diritto che trova fondamento nella Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Vanno dunque coinvolti direttamente nelle scelte, permettendo loro di offrire contenuti su temi di interesse – come la tutela dell’ambiente, l’esercizio dei diritti e in generale il loro futuro – attraverso strumenti che consentano di parlare con il loro linguaggio. Come Autorità ho delle idee precise che ho sintetizzato nel Manifesto sulla partecipazione dei minorenni, sulle quali richiamo l’attenzione del nuovo Parlamento”. “Dare voce ai minorenni e tenere in adeguato conto le loro opinioni – conclude – deve rappresentare una delle priorità della nuova legislatura”.