Si svolgeranno in Sardegna gli eventi ufficiali della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2022 che si celebrerà domenica 25 settembre per iniziativa della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes. Nella cattedrale di Iglesias (ore 11) si terrà la Messa presieduta dal vescovo locale, mons. Giovanni Paolo Zedda, delegato Migrantes della Conferenza episcopale sarda. Nel mondo, si legge in un comunicato della Fondaziome Migrantes, sono 280 milioni le persone che si sono messe in cammino dal Sud al Nord, da Nord a Sud, da Est a Ovest, da Ovest ad Est. “Non c’è Paese, non c’è popolo che non sia in cammino. Tra questi saranno ormai 90 milioni i richiedenti asilo e rifugiati al termine di questo anno, anche in seguito alla tragica guerra in Ucraina, che ha costretto a lasciare le proprie città e le proprie case per mettersi in fuga oltre sei milioni e mezzo di persone, soprattutto donne e bambini”, sottolinea il suo presidente, l’arcivescovo mons. Gian Carlo Perego, in un editoriale pubblicato sulla rivista “Migranti-Press” della Fondazione. “Sono – spiega – le vittime, spesso dimenticate, di oltre 30 guerre dimenticate, dei disastri ambientali, dei popoli alla fame. Sono le vittime della tratta, della violenza e di ogni forma di sfruttamento. Con loro siamo chiamati a rigenerare le città, l’Italia, l’Europa, sempre più stanche, abitate da anziani, spopolate, coniugando i quattro verbi che caratterizzano le tappe del cammino delle persone e le soste: accogliere, tutelare, promuovere, integrare”. Le nostre città “non sono aperte e accoglienti. Li lasciamo ancora fuori dalla città, dalla partecipazione alla vita politica, dalla cittadinanza attiva, negando ancora a un milione e mezzo di ragazzi e giovani, che sono nati e hanno studiato in Italia, il dono della cittadinanza”, scrive mons. Perego: “talora anche le nostre chiese e comunità cristiane, nonostante segni positivi, alzano i muri: dentro e fuori. Non sappiamo leggere la storia con gli occhi della fede. Non sappiamo anche capire che ‘l’arrivo di migranti e rifugiati cattolici offre energia nuova alla vita ecclesiale delle comunità che li accolgono’, come ci ricorda il Papa. E il messaggio di Francesco ricorda che ‘nessuno dev’essere escluso’, perché il progetto di Dio ‘è essenzialmente inclusivo e mette al centro gli abitanti delle periferie esistenziali’”.