(da Matera) “L’adorazione eucaristica non è episodica: è lo stile che il cristiano deve assumere nella vita”. Don Pasquale Giordano, direttore dell’Ufficio liturgico della diocesi di Matera-Irsina, spiega così al Sir una delle caratteristiche che hanno fatto da filo conduttore alle giornate del Congresso eucaristico nazionale, che ha visto ad ogni ora dei giorni e dalla notte molti degli 800 delegati sostare davanti al tabernacolo, nelle chiese della città dei Sassi. “Dove c’è pane c’è casa”, continua il sacerdote, secondo il quale “l’adorazione eucaristica è un’esperienza di intimità, come suggerisce l’etimologia stessa del nome: bocca a bocca. Parlare bocca a bocca al Signore, come hanno fatto Mosé e Abramo, è un’esperienza di amicizia con Dio”. “La gente ha bisogno di sostare”: don Pasquale commenta in questi termini il successo dell’adorazione eucaristica riscontrato dai convegnisti.
“È lo stabat di Maria. Come lei, ognuno di noi ha bisogno di ‘stare’ nella propria vita, nelle situazioni che la quotidianità ci presenta, perché nelle nostre giornate tutto fugge, i ritmi sono frenetici e il senso dello scorrere delle esperienze rischia di scapparci di mano”. Qui a Matera, racconta il direttore dell’Ufficio liturgico, l’adorazione eucaristica è una pratica profondamente radicata nel vissuto dei fedeli, non solo in città – con la Chiesa di Santa Lucia, in piazza Vittorio Veneto, che è il Santuario dell’Eucaristia – ma anche nei centri vicini. Come a Bertalda, dove dal 2013 è stata recuperata una chiesa poco lontano dalla viabilità cittadina per adibirla esclusivamente all’adorazione eucaristica perpetua.