(da Matera) “La storia del pane abbraccia l’intera storia dell’umanità. Il pane è più antico della scrittura e del libro e niente forse più del pane racconta l’umanità”. Lo ha detto Giuseppina De Simone, docente di filosofia della religione e teologia fondamentale, nella seconda meditazione del Congresso eucaristico nazionale, dalla cattedrale di Matera. “Il cammino che ha condotto dal chicco crudo a quello cotto, dalla farina al pane è stato lungo”, ha fatto notare la relatrice: “Quella del pane è una storia che attraversa terre e popoli. Le conoscenze sul grano e sul pane sono state tramandate di generazione in generazione. E nel contatto tra i popoli, negli scambi e nelle dominazioni ognuno imparava da qualcun altro”. Il pane, dunque, è un prodotto della natura e della cultura, “ci unisce e ci distingue”: “Non c’è un unico pane. Le modalità di lavorazione, le forme, il sapore cambiano da paese a paese e nascono da storie diverse legate alla specificità dei territori e alla vita che in essi si è resa possibile, alle vicende che l’hanno segnata. Recano in sé l’ingegno la fantasia, la fatica dei tempi di siccità, di carestia o di guerra, l’allegria dei giorni di festa, l’intimità della vita quotidiana. Ci sono pani diversi così come diversi sono i nomi che designano il pane e i pani nelle differenti culture. Ma ovunque, e qualunque sia la forma e la denominazione del pane, le parole usate rimandano al senso della protezione e della custodia, così come a quello del dono e dell’ospitalità”.