Congresso eucaristico nazionale: Pelosi, “anche quella che è in apparenza una sconfitta può essere un segno di resurrezione”

(da Matera) “Ci fa capire come anche quella che, in apparenza, è una sconfitta può essere in realtà un segno di Resurrezione”. Marco Pelosi, vicedirettore del Museo diocesano nazionale di Matera, spiega così la particolare collocazione abituale del Crocifisso del Seicento, oggi restaurato, che viene portato in processione da Santa Maria de Idris a San Pietro Caveoso, durante la Via Lucis che si sta attualmente snodando, in otto stazioni,  nella città dei Sassi, a conclusione della seconda giornata del Congresso eucaristico nazionale. “La sua posizione è sopra un altare”, spiega al Sir il vicedirettore del Museo diocesano: “Il particolare legame tra l’Ostia e il Crocifisso è evidente, così come il legame dei materani con la tradizione più antica, quando il Crocifisso viene portato il 2 maggio in processione, e in occasioni come la processione del Venerdì Santo si alterna con l’altro Crocifisso della cattedrale, quello che sarà collocato domenica sul palco del Papa”. A parlarci con orgoglio dell’opera di restauro del Crocifisso seicentesco è Rosangela Anna Maino, presidente della Cooperativa che l’ha promossa, “Oltre l’arte”. “Ci occupiamo, oltre che della realizzazione e della gestione del patrimonio culturale, anche della sua conservazione”, spiega Rosangela: “Oltre alle nostre risorse, per il Crocifisso abbiamo cercato altre risorse coinvolgendo e sensibilizzando tutta la la comunità, tramite una raccolta di found raising per la cultura lanciata su una piattaforma social. Così siano riusciti a recuperare un segno della devozione popolare materana, reso fruibile non soltanto ai visitatori e ai pellegrini, ma anche a tutti coloro che vogliono incontrare luoghi e simboli che continuano a parlare, con la loro bellezza, al cuore umano”

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