Ascolto e abbraccio. Da fratelli. Con questo stile sportivo, che andrebbe applicato a ogni ambito sociale, i ciclisti di Athletica Vaticana – in Australia per i Mondiali che si corrono domenica – hanno incontrato questa mattina i rappresentanti della comunità aborigena della “Kinchela Boys Home”. L’iniziativa è stata coordinata da Caritas Australia che – spiega la responsabile Kirsty Robertson – “sta portando avanti un concreto progetto di inclusione e guarigione dalle gravi ingiustizie patite dai First Australians”. Ad accompagnare i ciclisti vaticani c’erano, tra gli altri, l’arcivescovo Charles Daniel Balvo, nunzio apostolico in Australia, e monsignor Vincent Long Van Nguyen, vescovo di Parramatta: di origine vietnamita, è arrivato in Australia come profugo.
“Sulla scia anche della straordinaria esperienza vissuta a luglio dal Papa in Canada – si legge in un comunicato della polisportiva della Santa Sede -, l’incontro è stato un momento di fraternità e di speranza. Sempre, nelle grandi e piccole manifestazioni sportive, Athletica Vatican incontra le realtà di povertà e fragilità, secondo lo stile fraterno indicato da Papa Francesco”. In particolare, la “Kinchela Boys Home” è stata una “casa” gestita dal governo del Nuovo Galles del Sud dal 1924 al 1970 proprio per ospitare i ragazzi aborigeni allontanati con la forza dalle loro famiglie nell’ambito delle politiche che hanno creato le cosiddette “generazioni rubate”. La Caritas sta ora dando vita a un’esperienza di riconciliazione per costruire un futuro. Ala fine il significativo scambio dei doni: alla squadra vaticana Michael “Widdy” Welsh, responsabile della “Kinchela Boys Home Aboriginal Corporation”, ha consegnato un crocifisso fatto a mano dagli aborigeni. E, a sua volta, ha ricevuto una maglietta della “squadra del Papa” che sarà messa all’asta per sostenere progetti di inclusione.
Intanto, è tutto pronto per la gara di domenica mattina a Wollongong, con l’esordio mondiale di Rien Schurrhuis con i colori di Athletica Vaticana.