“Lavoro dignitoso delle persone, cura della casa comune, valore economico e sociale, impatto positivo sulle comunità sono realtà tra loro connesse”. A ribadirlo è stato il Papa, che ricevendo in udienza i partecipanti all’incontro di Deloitte Global ha fatto notare che “negli ultimi quindici anni il mondo è passato attraverso crisi gravi e continue”: “Non abbiamo potuto terminare di affrontare la crisi finanziaria del 2007 che abbiamo dovuto affrontare quella del debito sovrano e delle economie reali, poi la pandemia, quindi la guerra in Ucraina con conseguenze e minacce globali. Intanto però il Pianeta ha continuato a soffrire per gli effetti del cambiamento climatico; intanto guerre crudeli e nascoste si continuavano a combattere in diverse regioni; intanto decine di milioni di persone continuavano ad essere forzate a migrare dalle proprie terre. Mentre una parte di uomini e donne miglioravano il proprio vivere quotidiano, un’altra parte risentiva di scelte senza scrupoli diventando le principali vittime di una sorta di contro-sviluppo”. In questo contesto, per Francesco, serve una “nuova generazione di consulenti”, definito “consulenti integrali”, cioè “esperti e professionisti che tengono conto delle connessioni tra i problemi e le loro rispettive soluzioni e che accolgono il concetto dell’antropologia relazionale: quella che aiuta l’uomo anche a riconoscere la validità di strategie economiche che mirino anzitutto alla qualità globale della vita raggiunta, prima ancora che all’accrescimento indiscriminato dei profitti, ad un benessere che se vuol essere tale è sempre integrale, di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”.
“Nessun profitto è infatti legittimo quando vengono meno l’orizzonte della promozione integrale della persona umana, della destinazione universale dei beni e dell’opzione preferenziale per i poveri, e la cura della nostra casa comune”, il monito del Papa: “Il mio auspicio – ha concluso rivolgendosi ai presenti – è che voi possiate aiutare le organizzazioni a rispondere a questa chiamata. Avete le giuste competenze per collaborare a costruire quel ponte necessario tra il presente paradigma economico, basato su consumi eccessivi e che sta vivendo la sua ultima fase, con il paradigma emergente, un paradigma strutturato sull’inclusione, la sobrietà, la cura e il benessere”.