Il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale ha deliberato lo stanziamento di 9 milioni di euro totali per rispondere ai bisogni umanitari in Etiopia, gravemente afflitta da siccità e carestia. Nel Corno d’Africa si trovano in una condizione di insicurezza alimentare acuta 50 milioni di persone. La Cooperazione italiana metterà a disposizione delle organizzazioni della società civile 3 milioni per realizzare iniziative nei settori: acqua e igiene, agricoltura e sicurezza alimentare, protezione, salute e nutrizione, nelle regioni meridionali del Paese. Altri 2 milioni di euro andranno a sostenere gli interventi del Programma alimentare mondiale (Pam), per favorire una risposta efficace alla riabilitazione nutrizionale e prevenire la mortalità infantile. Il programma sarà realizzato nelle regioni Tigray, appena possibile, Amara e Afar, classificate come le più fragili in termini di bisogni. La crisi nel Nord dell’Etiopia, in particolare, ha accresciuto la vulnerabilità delle persone, soprattutto degli sfollati. I continui combattimenti, l’insicurezza, il collasso dei servizi sociali, hanno creato un ambiente ad alto rischio e un movimento forzato di popolazione in cui, oltre alla malnutrizione, la violenza di genere è una realtà quotidiana diffusa. Per prevenire questa violenza, per ridurre le disuguaglianze e contrastare lo sfruttamento e gli abusi sessuali, il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa), agirà in favore della protezione di quasi 50,000 donne e ragazze, in particolare di sfollati interni e returnees nel nord dell’Etiopia, attraverso un contributo di 2 milioni di euro. Infine, l’Etiopia beneficerà di altri 2 milioni di euro, destinati alle regioni di Gambella e Benishangul-Gumuz, per dare supporto alle persone costrette a fuggire dalla situazione di conflitto. La situazione umanitaria in Etiopia e nel Corno d’Africa sono stati inoltre oggetto di un side-event di alto livello, organizzato dall’Italia e da Ocha assieme ad altri partners internazionali. Si è svolto ieri 21 settembre a margine della 77ª Sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.