“Le elezioni sono un momento importante per il cammino democratico di un popolo, di una nazione. Un cammino che dovrebbe valorizzare maggiormente la partecipazione di tutti. La democrazia non può limitarsi a qualche elezione ogni tanto, ma chiede ascolto, coinvolgimento, confronto tra le persone e le varie organizzazioni che ne raccolgono gli ideali, i progetti e anche gli interessi. La politica dovrebbe favorire di più tutto questo”. Così l’arcivescovo di Gorizia e presidente di Caritas italiana, mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, è intervenuto in un’intervista a Mauro Ungaro direttore del settimanale diocesano “Voce Isontina” a proposito dell’ormai imminente appuntamento elettorale di domenica 25 settembre. “Ho l’impressione – sottolinea il presule – che anche il mondo cattolico sia carente in questa azione di realizzazione della democrazia: non ci si può limitare ad auspicare la nascita o la rinascita di un ipotetico ‘partito cattolico’ (che, per altro non c’è mai stato in quanto tale) o a proporre un elenco di valori senza dire come attuarli e senza essere di fatto disponibili a farlo impegnandosi in prima persona”. In ogni caso, aggiunge il vescovo, “quello che mi sentirei di chiedere a chi si è reso disponibile all’impegno politico (impegno da rispettare e non da svalutare, se è un impegno serio e sincero) sono sostanzialmente due attenzioni”: “la prima è al bene comune, da perseguire partendo dai programmi propri di ogni realtà in competizione, ma con la disponibilità al confronto e alla mediazione”; “la seconda attenzione da avere è verso chi è più in difficoltà: i poveri, i disoccupati, le famiglie con basso reddito, gli immigrati, i giovani senza prospettive, i malati, ecc.”.