“Oltre ad essere un religioso passionista di santa vita e un sacerdote esemplare fu anche un grande esorcista che esercitò questo ministero nel santuario della Scala Santa. Per un lungo periodo fu l’unico esorcista di Roma e fin dalle prime ore dell’alba un gran numero di persone attendevano pazientemente per assistere alla sua messa mattutina e poi per incontrarlo”. Così padre Francesco Bamonte, presidente dell’Associazione internazionale esorcisti (Aie), ha ricordato questo pomeriggio padre Candido Amantini nel trentesimo anniversario della morte. Padre Bamonte, intervenendo alla tavola rotonda che si è tenuta per l’occasione, si è soffermato sul ruolo di padre Amantini quale maestro del fondatore dell’Aie, don Gabriele Amorth. “A distanza di poco più di trent’anni da quando don Gabriele ebbe per la prima volta il pensiero di radunare gli esorcisti, prima italiani e poi quelli di tutto il mondo – ha aggiunto padre Bamonte –, oggi possiamo affermare che per gli sviluppi che vi furono in seguito, si trattò senza ombra di dubbio di una grande ispirazione che Dio diede a don Gabriele e che padre Candido sin dall’inizio riconobbe come tale e incoraggiò a realizzare”. “Padre Candido morì il 22 settembre 1992, non solo con la serenità con cui partono da questa vita terrena coloro che hanno dato tutto se stessi a Dio e al prossimo – ha concluso il presidente dell’Aie –, ma anche perché soddisfatto di aver lasciato un erede, don Gabriele Amorth al quale già da un anno e mezzo prima della dipartita, essendo esausto e senza forze, inviava i fedeli”.