“Ancora una volta siamo costretti ad assistere a una tragedia, l’alluvione nelle Marche, con un tragico portato di morte e distruzione. Non è la prima volta e verosimilmente, purtroppo, non sarà l’ultima… Un Piano nazionale di adattamento, preparato negli scorsi anni, giace purtroppo inapplicato dal 2018 in attesa di autorizzazione, mentre è noto che un territorio ‘in sicurezza’ limita gli effetti degli eventi calamitosi”. Lo afferma Sandro Fuzzi, ricercatore associato senior dell’Istituto di Scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), in un editoriale che verrà pubblicato nel numero di “Famiglia Cristiana” in edicola da domani, 22 settembre.
“Adattamento al cambiamento climatico – puntualizza Fuzzi – significa però anche programmi di educazione della popolazione al rischio, a iniziare dalle scuole, affinché in presenza del pericolo sia chiaro a tutti come comportarsi e con questo limitare la perdita di vite umane”. Il ricercatore sottolinea poi che “la scienza sta insistendo da tre decenni almeno sugli effetti del riscaldamento del clima, responsabile degli eventi estremi che si verificano non solo nel nostro Paese, ma tutto il mondo. Va però anche ricordato – scrive Fuzzi – che il nostro Paese soffre di un forte dissesto idrogeologico sul quale pure pochissimo è stato e viene fatto. Questo fattore peggiora purtroppo le conseguenze dei fenomeni estremi”. Il ricercatore osserva poi che “purtroppo il dibattito e le proposte sulle tematiche climatiche e ambientali a livello politico latita, anche in prossimità delle elezioni. Si dice che questi temi non portano voti, un indice di come purtroppo in tutta la nostra società vi sia carenza di consapevolezza sull’importanza dell’ambiente”.