Porta la data del 15 settembre la lettera con la quale mons. Domenico Pompili è stato scelto dalla Cei quale interlocutore della Chiesa italiana per tutto ciò che rientra nelle attività di rilievo e interesse nazionale dell’ottocentenario francescano 2023-2026. Lo riporta l’edizione on line del settimanale della diocesi di Rieti, www.frontierarieti.com: fin dal giorno della sua nomina a vescovo di Rieti, mons. Pompili ha indicato in san Francesco “la figura chiave del territorio, l’esperienza che meglio ne esprime l’anima profonda. Il reatino, infatti, conserva le tracce del passaggio del santo così com’erano, senza averle caricate di altri usi e significati. Nei quattro santuari e nelle altre testimonianze sparse sul territorio si può riconoscere il volto di Francesco senza alcun filtro, senz’altra mediazione di quella viva dei suoi frati, che da ottocento anni camminano con partecipata discrezione di fianco ai reatini”. “Un rapporto autenticamente spirituale, che nei secoli ha sotterraneamente modellato lo spirito della Valle Santa. Una dimensione – si legge nel settimanale diocesano – che ha trovato crescente interesse in questi anni, con la scoperta che l’approccio “minore” seguito da san Francesco non è stato un modo di ritrarsi dal mondo, ma di abitarlo. E vale per le persone come per territori, che negli anni del terremoto, della pandemia, delle tante crisi che attraversano il presente, stanno scoprendo che “minore” non è necessariamente sinonimo di “marginale”, di una realtà priva di risorse e interesse. A questa presa di coscienza ha senza dubbio contribuito l’impegno della Chiesa di Rieti nel riscoprire e far conoscere la bellezza e la forza dello spirito della Valle Santa, guardando al momento decisivo del primo presepe e a quanto il “Francesco da Rieti” può insegnare dal punto di vista culturale, economico e ambientale. Un percorso che vede ormai prossimo il traguardo degli ottocentenari francescani: quello del primo presepe di Greccio e della Regola di Fonte Colombo nel 2023, quello delle stimmate di La Verna nel 2024, quello della nascita al cielo del santo, ad Assisi, nel 2026. Tre momenti che, conclude il settimanale, non vedranno venir meno l’impegno di mons. Pompili e il suo rapporto con il reatino.