“A volte mi sembra che Napoli non sia un’unica città ma un luogo in cui convivono nello stesso spazio geografico città differenti, che mai si incontrano anche quando sono l’una accanto all’altra. Si, perché per incontrarsi non basta abitare lo stesso luogo, neanche la stessa casa”. Lo ha affermato questa mattina l’arcivescovo di Napoli, mons. Domenico Battaglia, in occasione della solennità di San Gennaro. Alle 9.27 è stato dato l’annuncio della liquefazione del sangue del patrono.
“Per incontrarsi veramente – ha osservato l’arcivescovo – occorre parlare, guardarsi negli occhi, comprendere i desideri e i problemi dell’altro, conoscere il suo nome, la sua storia, il suo punto di vista”. “A volte – ha ammonito mons. Battaglia – questo non accade nella nostra terra partenopea e non di rado, chi è più fortunato o semplicemente ha più mezzi culturali prima ancora che materiali per fare qualcosa, afferrato dal timore, dalla paura o peggio ancora dall’indifferenza, si gira dall’altra parte, facendo finta che non esistano il male cancerogeno della camorra e della cultura mafiosa, della povertà educativa e della disoccupazione, piaga che investe in modo drammatico i nostri giovani, spesso costretti a emigrare”.
L’arcivescovo si è detto “certo” che anche san Gennaro “unisce la sua voce alla voce dei più piccoli per chiedere il miracolo della solidarietà, per impetrare dai nostri cuori induriti e indifferenti il prodigio del bene comune, per invocare la liquefazione di quei grumi sociali fatti di promesse non mantenute, di impegni dichiarati e non perseguiti, di individualismi incancreniti che faticano a creare rete e comunità, unica via per spargere il bene a piene mani!”. “Gente di Napoli, ciò che ti rende magnifica – ha sottolineato – è la tua capacità di amare, ciò che ancor più può renderti tale è attingere alla fonte dell’amore che è Cristo stesso: non temere di seguirlo e di magnificare il Signore per quanto opererà in te, nei tuoi piccoli, tra i tuoi poveri, per chi siede ai margini della società!”.