Diocesi: mons. Battaglia (Napoli), “impegnarsi ancor di più nel processo del Patto educativo”. “La gente che ama è la più grande ricchezza della città”

“Ogni figlio di questa città ti appartiene ed è per questo che occorre impegnarsi ancor di più nel processo del Patto educativo, ridestando il ‘noi’ in chi si occupa di educazione”. Lo ha affermato questa mattina l’arcivescovo di Napoli, mons. Domenico Battaglia, in occasione della solennità di San Gennaro.
Il presule ha annunciato che “nel mese di ottobre in alcune zone della città muoveranno i primi passi dei tavoli volti a creare delle ‘reti educative’ territoriali. Delle reti capaci di arrivare prima del sistema camorristico: un sistema che uccide un povero clochard prescelto per essere cavia dell’apprendistato di un ragazzo apprendista killer, un sistema che arruola sempre più minori non imputabili di reato, un sistema che guarda ai giovani non veduti dagli altri come fonte di nuove reclute!”. “Il Patto deve e può prevenire tutto questo, attraverso delle reti educ–attive, con due t, reti in cui tutti dimostrino volontà fattiva di camminare insieme!”, ha sottolineato l’arcivescovo convinto che “si può cambiare la cultura dell’indifferenza, dando vita a una rete educativa a maglie ‘strette’, dando così speranza al presente e al futuro di questa nostra terra”.
Rivolgendosi poi alla Chiesa partenopea, “radunata in Sinodo”, mons. Battaglia l’ha esortata: “Oggi più che mai devi essere a servizio di questo processo culturale che pone al centro l’uomo, l’uomo ferito, per divenire sempre più ciò che già sei, un ospedale da campo, una comunità in uscita, un lievito capace di fermentare la pasta del nostro popolo strappandolo allo scoraggiamento e restituendolo alla speranza!”.
L’arcivescovo si è detto poi “certo” che “Napoli è piena di gente che ama la gente. E questa gente è la sua vera e più grande ricchezza. E questa gente deve contagiare anche la gente che fa fatica ad amare, la gente che si isola, che si arrocca nei suoi piccoli paradisi artificiali, la gente ferita che delusa non vuole più scommettere sulla comunità e sul bene comune”. Poi, mons. Battaglia ha invocato san Gennaro: “Insegna a chiunque ricopre un ruolo di responsabilità e di governo o a chiunque ambisce a ricoprirlo che il potere senza amore è destinato a far male agli altri come a sé, mentre il servizio autentico e disinteressato, mosso dall’amore per il bene, rimane nella memoria grata della storia. I potenti che hai incontrato e che ti hanno ucciso non sono ricordati dalla storia ma tu, che hai amato senza riserve, oggi sei vivo in mezzo a noi”. E, ancora: “Prega per noi Gennaro, prega per la tua Napoli, per i suoi figli più fragili, per chi è afflitto dalla fatica di vivere e corre il rischio di perdere la speranza”; “prega Gennaro, per l’Italia intera, per le tante famiglie attonite dinanzi a un costo della vita sempre più insostenibile e suscita nel cuore dei governanti e dei legislatori, a qualsiasi parte appartengano, il desiderio autentico di servire la comunità con onestà e senza privilegi, mettendo il bene degli ultimi al primo posto, cosicché nessuno resti fuori dalla possibilità di una vita dignitosa”; “prega Gennaro, per l’Europa intera e per il mondo, afflitto da una guerra mondiale a pezzi, come dice il nostro Papa Francesco”; e, infine, “prega Gennaro, per ciascuno di noi, liberaci dalla logica di una vita vissuta a delegare, ridesta in noi il desiderio dell’impegno, aiutaci ad avere il coraggio di pagare di persona testimoniando la bellezza della luce anche tra le tenebre più fitte”.

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