Diocesi: card. Betori (Firenze), “siamo il frutto della misericordia divina e dobbiamo esserne testimoni”

“Siamo il frutto della misericordia divina e dobbiamo esserne testimoni”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Firenze, il card. Giuseppe Betori, nell’omelia pronunciata durante la celebrazione eucaristica che ha presieduto nella basilica di S. Maria del Carmine per il VI centenario della dedicazione della chiesa.
Il porporato ha sottolineato come “questa basilica” è “segno di un Dio vicino e di una comunità che si edifica nella comunione della fede”. Un edificio di culto che continua ad “essere per noi uno dei luoghi privilegiati della devozione mariana di questa città e sede di memorie artistiche con cui il genio degli antichi maestri ha reso lode a Dio”.
Betori ha poi osservato che “la Chiesa è il luogo del perdono, della riconciliazione, della comunione con Dio e tra i fratelli”. “Lo è la chiesa costruita di pietre, nella figura stessa di mura che raccolgono nell’unità un’assemblea, aperta a ogni nuovo venuto e capace di esprimere anche visivamente la comunione. Lo è – ha proseguito – la Chiesa comunità dei credenti, che in questo spazio si genera mediante i sacramenti e a partire da essi viene inviata nel mondo per essere segno e germe di unità per tutto il genere umano. È un dato, questo, che ha una particolare attualità in questo tempo segnato da divisioni e da guerre, un dato che diventa per noi particolare responsabilità, per il nostro Paese e per il mondo”. “Abbiamo bisogno di discepoli di Cristo che, partendo dalla coscienza della propria fragilità, fanno esperienza della misericordia divina per sé, per poter divenire annunciatori della misericordia nel mondo e testimoni della misericordia”, ha ammonito il cardinale, rilevando che “solo se riconosciamo il bisogno della misericordia divina per sanare le nostre fragilità, possiamo poi diventare capaci di aprirci ai fratelli, di accoglierli e di usare loro misericordia”. “Lontano da noi i miti dell’autosufficienza e dell’individualismo, per riscoprire la forza dell’umiltà e la grandezza della comunione”, ha continuato: “Solo questo sguardo ci permette di aprire gli occhi alle miserie del mondo, alle ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità. Dal dono ricevuto a offerto della misericordia nasce la capacità di tendere la mano ai fratelli, a far sentire loro il calore della nostra presenza, dell’amicizia e della fraternità, spezzando la barriera dell’indifferenza che nasconde l’ipocrisia e l’egoismo”. “Mai come oggi sentiamo l’urgenza di trovare riconciliazione e pace per l’umanità”, la sottolineatura di Betori: “Essere Chiesa segno della riconciliazione di Dio, vuol dire testimoniare la forza di riconciliazione e di amore che scaturisce dal Vangelo di Gesù”.

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